Satira, politica e campagna elettorale.
La satira (dal latino “satura lanx”, il vassoio riempito di offerte agli Dei) nacque nell’Antica Grecia grazie alle celeberrime commedie di Aristofane.
Può essere equiparata ad una forma di teatro, ad un genere della letteratura e di altre arti, caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.
[ad]La satira, storicamente e culturalmente, si occupa da sempre di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il significato della vita e della morte, proponendo punti di vista alternativi e, generando la risata nel pubblico, si fa portatrice di piccole verità, semina dubbi. Smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni.
Come ovvio, la satira non poteva mancare nemmeno in questa campagna elettorale, veicolata in dosi massicce da svariati programmi tv.
Tra tanti artisti di calibro, il mattatore è però sempre lui, Crozza, con le straordinarie imitazioni che propone tutte le settimane nell’anteprima di “Ballarò” e nel suo “Crozza nel paese delle meraviglie” in grado di rendere più accattivanti e fascinosi i personaggi da lui interpretati.
Si pensi, ad esempio, alle metafore con le quali schernisce elegantemente il leader del Partito Democratico Bersani, che alle volte ha dovuto imitare a sua volta l’imitatore per risultare simpatico.
Oppure alla parodia del “Presidente di tutto” Montezemolo, il quale crede che l’euro si calcoli e si misuri solo in “milaeuro” o in “milioni di euro”. Queste capacità hanno contribuito a far conseguire al comico genovese una notevole notorietà e popolarità. Perciò la contestazione subita nella serata di apertura del Festival di Sanremo ha destato parecchio scalpore.
L’episodio scatenante si è verificato quando Crozza, mascherato da Berlusconi, è stato ripetutamente interrotto da alcuni spettatori. A quel punto si è necessario l’intervento del conduttore Fazio per permettere il proseguimento dello sketch.
Dunque, anche la satira come tutte le forme d’arte può incorrere in contestazioni. Poste in essere, quasi sempre, da chi ha poco senso dell’umorismo.
Lo spettacolo dell’Ariston poteva essere evitato. Sarebbe bastato dedicare la serata alla musica e a qualche ospite illustre. Senza dare un taglio politico ad un festival musicale. Anche se questo festival è Sanremo. Anche se cade la settimana prima delle elezioni. Anche se siamo in Italia.
Alessandro Genovesi