La settimana delle elezioni. Mercati deboli ma in tenuta sulle principali piazze finanziarie. Il G20 ha spazzato via, almeno per il momento, i timori di una guerra valutaria fra le principali aree economiche di cui, stando così le cose, avrebbe fatto le spese la zona con la banca centrale più “parca” di inchiostro per banconote, ovvero la zona Euro. Si tratta di una tregua, e non è possibile dire quanto sarà duratura: diversi governi hanno fatto promesse piuttosto chiare, ed è evidente che, se sarà necessario, questi governi interverranno sul mercato valutario per sostenere le economie interne.
[ad]Gli occhi, pur resi miopi dal divieto di pubblicazione dei sondaggi che sta alimentando forti casi di disinformazione e manipolazione del consenso più di quanto vorrebbe evitarne, saranno inevitabilmente puntati sugli ultimi giorni di campagna elettorale in Italia. Il Paese, l’elefante nella cristalleria europea per i suoi conti pubblici tutto sommato solidi, ma resi incerti dall’immobilismo politico e dal debito pubblico monstre, potrebbe dovere affrontare una difficile fase in corso di formazione del Governo.
Il Parlamento potrebbe non essere in grado di esprimere una chiara maggioranza, specie nella Camera Alta, spezzandosi fra una debole e frazionata maggioranza di centro-sinistra-centro (con Vendola, Bersani e Monti) che tenterà riforme strutturali, e un’agguerrita e potenzialmente non responsabile opposizione anti-europea a destra, formata da Berlusconi, Lega Nord e, separatamente, dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Il rischio è che il Paese si ritrovi in una situazione simile a quella in cui si ritrovò con il governo Prodi nel 2006. Questa volta non ci sarebbero appelli al fallimento.
L’agenda macroeconomica, dopo un lunedì “festivo”, prevede per martedì la pubblicazione dell’indice ZEW tedesco relativo al sentiment degli investitori istituzionali tedeschi, atteso in rialzo. Mercoledì conosceremo l’indice dei prezzi al consumo tedesco, atteso in calo su base mensile dello 0,5% e in rialzo dell’1,7% su base annua. Attesi anche gli ordini all’industria italiani, previsti in aumento dello 0,4% dopo il calo dello 0,5% del mese precedente. Il mercato immobiliare USA, infine, non dovrebbe dare grossi segnali di vita circa cantieri aperti e permessi di costruzione rilasciati.
Giovedì sarà giornata di stime preliminari dell’indice dei direttori degli acquisti in Francia, Germania, Zona Euro e Stati Uniti: il consensus porta a un lieve rialzo per tutti, ma solo Germania e USA dovrebbero attestarsi sopra la soglia dei 50 punti che separa una futura espansione dalla recessione. Conosceremo anche il dato sull’inflazione USA: i prezzi dovrebbero essere saliti dello 0,1% su base mensile e dell’1,6% su base annua. Le richieste di disoccupazione USA dovrebbero essere rilevate al rialzo ma sempre in zona 350mila, mentre le vendite di case esistenti dovrebbero registrare un lieve calo.
Venerdì la Germania rilascerà PIL e IFO (fiducia delle aziende): il primo dovrebbe registrare un calo sul trimestre dello 0,6% e un aumento per il 2012 dello 0,1%,mentre il secondo dovrebbe registrare un lieve aumento a 105 punti. L’Italia rilascerà in contemporanea diversi dati: l’inflazione (attesa a +2,2% sull’anno e +0,2% sul mese), la fiducia dei consumatori (stabile al bassissimo livello di 84,8) e le vendite al dettaglio (attese a +0,3% dopo il calo dello 0,4% del mese precedente).