Fact checking di Pagella Politica: Berlusconi e i contratti con gli italiani
Insomma, le due aliquote promesse da Berlusconi (23% e 33%) sono sì presenti ma sono in compagnia di altre due (39% e 43%). Peraltro l’aliquota al 23% vigeva solo per chi guadagnava fino a 26.000€ (50 mln lire ca.), non chi guadagnava meno di 200 mln lire (100.000€ circa). E per chi guadagnava più di 200 mln lire (100.000€) era invece riservata un’aliquota di 10 punti percentuali più alta di quella promessa nel punto 1c! Aliquote riviste, ma sicuramente non nei termini previsti dal contratto. Panzana Pazzesca (due volte).
[ad]Infine, abolire la tassa di successione e sulle donazioni. Questa promessa è stata mantenuta: con la legge 383/2001 (c.d. “Primi interventi per il rilancio dell’economia” – certe cose non cambiano mai) questa tassa è stata soppressa. Ritornerà nel 2006 con il governo Prodi. Vero.
[ad]Passiamo all’attuazione del “Piano per la difesa dei cittadini”, composto da due promesse più specifiche: l’istituzione del poliziotto (o carabiniere, o vigile) di quartiere e la “forte riduzione del numero di reati rispetto agli attuali 3 milioni”. La prima parte della promessa è stata mantenuta: il ruolo poliziotto di quartiere fu istituito nel 2002 e a gennaio 2006 ne risultavano oltre 3.700. Vero.
Decisamente meno vera la seconda parte della dichiarazione sulla “forte riduzione dei reati”. Se andiamo infatti a vedere i dati disponibili nell’Annuario Statistico 2007 del Ministero dell’Interno, il totale dei delitti è aumentato dal 2001 al 2006 (vedi pagg. 30-34). I dati del Ministero dell’Interno sono per 100.000 abitanti ma li abbiamo “convertiti” in valore assoluto usando i dati Istat per la popolazione in quegli anni ed estrapolato il grafico sulla destra. Si può notare che i delitti hanno subito un graduale aumento anno per anno. [Notare che c’è una discrepanza tra questi dati e quelli Istat usati dalla Voce che considerano i delitti con azione penale iniziata; poiché questi dati si fermano al 2005, abbiamo preferito usare i dati del Ministero della Giustizia]. Panzana pazzesca.
Per quanto riguarda le pensioni minime, è vero che esse sono state portate ad almeno 1 milione di lire (ca. 500 euro)? Dall’Annuario 2006 dell’INPS (pag.65) non sembrerebbe così. Il tema qui è la pensione o assegno sociale, ovvero un versamento che prescinde dall’entità e dalla durata dei contributi versati, e che viene erogato ad individui con più di 65 anni di età e con redditi inferiori ad una certa soglia. Le pensioni minime erano pari a 382 € nel 2006, e solo “sotto particolari condizioni reddituali e anagrafiche sono previsti aumenti delle pensioni sociali e degli assegni sociali fino ad un importo pari a 551,35 euro mensili per il 2006”. [il servizio di fact checking de La Voce che specifica come questa integrazione scattasse solo per gli over 70]. Pinocchio andante.
Passiamo al quarto punto: la disoccupazione. La promessa si suddivide in due parti: il dimezzamento del tasso di disoccupazione nel 2001 e la creazione di almeno un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro. Questi obiettivi non sono stati pienamente realizzati, anche se in entrambi i casi l’andamento è stato nella direzione promessa dal Cavaliere. La disoccupazione è infatti scesa dal 9% del 2001 al 6,8% (usando dati Eurostat annuali), oppure dal 9,1% al 6,9% (avvalendoci dei loro dati mensili e partendo da giugno 2001 per terminare a maggio del 2006). Il numero assoluto di persone in cerca di lavoro è sceso di circa 440 mila unità, pari a -20% in 5 anni. Dunque un calo netto sebbene parecchio distante dal dimezzamento promesso. Nì.
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