Fact checking di Pagella Politica: Berlusconi e i contratti con gli italiani

Pubblicato il 22 Febbraio 2013 alle 12:08 Autore: Pagella Politica

 

La situazione pare essere sotto controllo e nel dicembre del 2009 l’emergenza viene dichiarata conclusa. La tregua, sfortunatamente, dura solo nove mesi. A settembre 2010, infatti, centinaia di tonnellate di rifiuti tornano a ricoprire le strade del capoluogo campano. La colpa, secondo questo articolo del Fatto Quotidiano, è dell’ancora scarsa diffusione alla raccolta differenziata (solo il 14%, contro il 35% previsto dalla legge) e dei problemi che hanno attanagliato il termovalorizzatore di Acerra, le cui capacità di smaltimento erano state drammaticamente ridotte(500 tonnellate al giorno invece piuttosto che 2000).

[ad]Il problema non è ancora risolto a novembre 2010, quando la città partenopea è sommersa da 3.000 tonnellate di rifiuti e l’Unione europea dichiara che la situazione “non è molto diversa” da quella di due anni prima, chiedendo di nuovo il rispetto delle direttive europee. L’emergenza si manifesta nuovamente a maggio 2011 (tre anni dopo l’insediamento di Berlusconi) quando, per far fronte a 2.000 tonnellate di rifiuti, l’esercito viene mandato a Napoli per pulire le strade della città. I rifiuti sono tornati in strada anche all’inizio di quest’anno, seppur con ordini di grandezza ben diversi (115 tonnellate a gennaio). Le soluzioni, dal canto loro, sono sempre sembrate di natura provvisoria e incentrate – su ammissione dello stesso Assessore all’ambiente della Regione – sulla possibilità di spostare fuori Regione 1 milione di tonnellate di rifiuti nel biennio 2011-2012. Qualche settimana fa, infatti, la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’emergenza rifiuti in Campania ha usato termini durissimi nel commentare la situazione, affermando che “non esiste un sistema di gestione dei rifiuti reale in Campania” e che l’approccio alle emergenze è stato sempre quello di tamponare il problema piuttosto che mettere in piedi una struttura di gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. Insomma, se cinque anni dopo il problema rimane ancora, possiamo concludere che la promessa non è stata esattamente mantenuta. Panzana Pazzesca.

Più diretto il verdetto sulla seconda promessa sui conti pubblici. La prima parte – “tenere i conti in ordine senza aumentare nessuna imposta e nessuna aliquota” – è stata ampiamente discussa in una nostra precedente analisi che tratta una dichiarazione molto simile fatta da Berlusconi qualche settimana fa. Avvalendoci dei dati Eurostat, possiamo verificare gli indicatori principali che riguardano i conti pubblici: deficitdisavanzo primario e debito pubblico. Lo scenario che emerge non è particolarmente positivo: il deficit è stato in media pari al -4,1%, l’avanzo primario (al netto degli interessi) è stato addirittura negativo nel 2009 per la prima volta dal 1990e il debito pubblico è passato dal 106% a oltre il 120%. Certo, nel 2008 è arrivata la crisi finanziaria che non ha risparmiato nessun Paese nell’Unione Europea. In ogni caso è evidente che i nostri conti pubblici, in particolare la capacità di finanziare il debito pubblico – enorme già in partenza – hanno visto parecchie difficoltà in questi anni, come si può notare anche dal significativo aumento degli interessi medi pagati sui Btp a 10 anni, passato dal 4,75% (media) del 2008 al 5,25% nel 2011, arrivando a 6,06%nell’asta di novembre 2011. Berlusconi sostiene non di aver fatto il possibile in un contesto difficile (affermazione che sarebbe stata più realistica, considerando la presenza di fattori esterni), bensì di aver rispettato interamente la promessa di “tenere i conti in ordine”: questa è purtroppo una Panzana pazzesca.

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L'autore: Pagella Politica

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