I programmi economici dei partiti
Domani è il giorno del silenzio elettorale. Basta comizi, promesse, scontri e interviste televisive.
A parlare saranno i cittadini. Occorre però che gli elettori sappiano quali siano, in sintesi, i programmi economici dei maggiori partiti che si candidano a governare l’Italia. Li vediamo qui di seguito.
- Rimodulare l’Imu a favore dei redditi più bassi, azzerandola per chi ora paga fino a 500 euro
- Deduzione forte o totale degli utili che vengono reinvestiti dalle imprese
- Liberalizzazioni per favorire la concorrenza tra le imprese e finanziamenti per ricerca e innovazione
- Contributi meno onerosi per i lavoratori a tempo indeterminato rispetto a quelli precari
- Riduzione uso del contante per rendere tracciabili i pagamenti per combattere l’evasione
- 50 miliardi in 5 anni per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese.
- Banda larga e Itc, una grande opera infrastrutturale per sviluppare un sistema di servizi che dia spinta all’Italia
Popolo della libertà
- No all’Imu sulla prima casa e restituzione dell’imposta pagata nel 2012
- Due aliquote Irpef: del 23% sotto i 43 mila euro di reddito e del 33% oltre questa soglia
- Detassazione delle nuove assunzioni con il credito d’imposta alle aziende pari ai contributi pagati
- Vendita del patrimonio pubblico per 15/20 miliardi all’anno
- Taglio della spesa pubblica del 10% in 5 anni: portare nel 2017 da 90 a 50 miliardi l’anno l’onere per interessi
Con Monti per l’Italia
- Taglio Irpef per ridurre il gettito di 15 miliardi, a partire dalle due aliquote più basse
- Spesa pubblica corrente ridotta del 4% rispetto al PIL in 5 anni
- Privatizzazioni e cessioni di imprese e immobili di Stato per 130 miliardi in 5 anni
- Aumento delle detrazioni per l’Imu sulla prima casa: da 200 a 400 euro già nel 2013
- Sgravi alle imprese (IRAP) che innovano
Fare per Fermare il declino
- Abbassare l’Irpef del 20% e abolire progressivamente l’IRAP nell’arco di 5 anni
- Riduzione della spesa pubblica di sei punti di PIL. Privatizzazioni di società ed immobili pubblici
- Liberalizzazioni in settori “Ancora non pienamente concorrenziali”: Energia, trasporti, banche
- Un patto con l’Europa per tenere bassi i tassi d’interesse sui titoli di stato
Movimento 5 Stelle
- Introduzione della class action
- Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
- Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
- Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
- Abolizione della legge Biagi
- Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
- Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
- Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
- Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
- Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
- Abolizione delle stock option
- Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
- Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
- Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
- Favorire le produzioni locali
- Sostenere le società no profit
- Sussidio di disoccupazione garantito
- Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia)
Rivoluzione Civile
- Riconversione ecologica dell’economia
- Reddito minimo per i disoccupati
- Aumento retribuzioni italiane grazie al recupero del fiscal drag e dalla tassazione delle tredicesime
- Premiare fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato
- Impedire privatizzazione beni comuni
- Creazione posti di lavoro attraverso piano per il risparmio energetico: Sviluppo delle rinnovabili
- Eliminazione Imu sulla prima casa
- Estendere Imu agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie
- Istituire patrimoniale sulle grandi ricchezze
- Alleggerire pressione fiscale dei redditi medio bassi
- Abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale;