Mario Monti. Scegliere tra populisti e riformatori
Mario Monti chiude la sua campagna elettorale a Firenze. Ha scelto la capitale del rinascimento il presidente del consiglio perché da questo voto – secondo il professore – deve rinascere l’Italia.
Cultura, lavoro e talento sono i punti da cui partire per ricostuire il futuro. Il leader di “Scelta Civica Con Monti per l’Italia” invita gli elettori a considerare la netta differenza tra le varie offerte politiche scegliendo tra populisti e riformatori. Dal Teatro della Pergola di Firenze è tornato sul significato del termine moderato. Si appella al senso di misura degli italiani e alla volontà di uscire dalle “gabbie ideologiche che non hanno consentito al Paese di avere nessuna riforma” prima del governo tecnico. Temi su cui ha puntato parecchio nelle uscite degli ultimi giorni.
[ad]Secondo Monti la lista ed il movimento guidato da lui è l’occasione per la società civile di mettersi in gioco. Deciso il messaggio rivolto ai giovani. “Chi vota oggi per la prima volta ha sentito parlare solo di declino dell’Italia come destino inevitabile a cui non era possibile sottrarsi. Un ventennio perduto frutto di una classe politica inamovibile che ha scoraggiato tutto il Paese e chi per età dovrebbe essere colmo di entusiami e sogni”.
Di seguito i principali punti del programma elettorale di Mario Monti.
– Tagliare costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Eliminazione dall’Irap il costo del lavoro dei nuovi assunti più dimezzamento a carico dello Stato dei contributi previdenziali relativi ai nuovi assunti.
– Moltiplicazione dei contratti di apprendistato con l’eliminazione dei contributi sociali a carico del datore di lavoro per imprese con più di nove dipendenti.
– Raddoppiare i posti disponibili negli asili nido concedendo anche facilitazioni economiche.
– Contratto a tempo indeterminato più flessibile per i nuovi assunti.
Il programma di Monti è in continuità col lavoro del suo Governo. Secondo Monti finita la fase di emergenza per il Paese, si possono immaginare misure che facilitino la crescita. La campagna elettorale di Monti è stata intensa. In sessanta giorni il presidente del consiglio, per la prima volta nella sua vita, ha affrontato la scadenza elettorale chiedendo consenso per sè e la sua coalizione. Da ex tecnico ha dovuto fare i conti con i toni non sempre morbidi della contesa elettorale.