Il Governo Monti e la “strana maggioranza”: un anno di scontri ed incontri

Pubblicato il 23 Febbraio 2013 alle 19:24 Autore: Giuseppe Colasanto

IMU

All’interno del decreto Salva Italia è stata inserita anche l’introduzione anticipata dell’Imu, imposta municipale ideata dal Governo Berlusconi nell’ambito del Federalismo fiscale ma inizialmente prevista per il 2014, poi per il 2013, includendo nella stessa l’imposizione fiscale sulla prima casa, nella doppia ottica, da un lato, di fare cassa, dall’altro di spostare il peso del fisco dal lavoro alle rendite.

Sull’Imu si sono aperti numerosi fronti, da tutti i maggiori partiti presenti in Parlamento. Innanzitutto, sull’opportunità politica di reintrodurre una tassa sulla prima casa, dopo che la sua abolizione era stata un cavallo di battaglia nella vittoriosa campagna elettorale del centrodestra.

[ad]Ad opporre le resistenze più forti è stata la Lega, che arrivò a propagandare lo sciopero fiscale, supportata dalla sua rete di sindaci ed amministratori locali. Nessun partito della maggioranza, né tantomeno l’Anci l’ha però supportata. Lo stesso Pdl si è accontentato dell’approvazione di un proprio odg in cui si impegna il governo a valutare per il futuro l’abolizione della tassa sulla prima casa. Il Pd ha invece difeso il provvedimento in sé, ma ha proposto di rimodulare l’imposizione a svantaggio delle case di lusso, ed eventualmente di alleggerire la portata dell’imu con una sorta di patrimoniale per i grandi patrimoni. L’Anci, sostenuta in particolare dal Pd, ha invece chiesto di poter gestire la gran parte del gettito, che allo stato attuale è invece quasi tutto nelle disponibilità del Governo.

Altre problematicità sono poi sorte rispetto alla platea dei paganti: in particolare, la normativa da un lato esclude dal pagamento le Fondazioni Bancarie, in quanto enti no profit, dall’altro impone il pagamento anche agli anziani ricoverati in case di riposo, i quali hanno dovuto pagare con l’aliquota destinata alla seconda casa a meno che i propri comuni di residenza non abbiano deciso – a proprie spese – altrimenti. Su questi due punti sono intervenuti prevalentemente l’IdV e la Lega, senza successo.

Infine, la più trasversale tra le polemiche, l’esenzione degli immobili appartenenti alla Chiesa Cattolica. Trasversale perché esponenti di primo piano di Pd, Terzo Polo e Pdl vi si sono divisi: tra gli azzurri, la Polverini si è spesa affinché tali immobili fossero tassati, mentre Mantovano affinché si spegnesse subito la polemica. Stesse divisioni tra Dalla Vedova e Casini, e tra la componente radicale e Stefano Ceccanti nel Pd. La soluzione di compromesso che si è trovata è stata l’approvazione di un emendamento governativo al decreto liberalizzazioni, che disponeva il pagamento dell’imu sulle attività commerciali, anche se di proprietà di enti non commerciali. Lo stesso Monti ha spento le preoccupazioni di diversi esponenti – soprattutto del PdL e dell’UdC – chiarendo che scuole paritarie e ospedali sarebbero rimasti esenti dal pagamento dell’Imu.

L’UdC, seppur toccata su un punto sensibile, non ha alzato barricate, vuoi perché soddisfatta sul lato del quoziente familiare, vuoi perché le stesse gerarchie hanno sostenuto le misure prese dal governo. Piuttosto, si è impegnata sul fronte del sostegno all’agricoltura, ottenendo parziali modifiche e la riduzione della prima rata, al 30% del totale.

Come tutti sanno, l’IMU è stata poi al centro della campagna elettorale da poco conclusa, con la promessa berlusconiana di restituire quanto pagato sulla prima casa nel 2012, ma questo è un altro discorso.

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L'autore: Giuseppe Colasanto