Perché Bersani ha non vinto
Per lasciare sul terreno fra i 10 e i 15 punti percentuali in così poco tempo questi errori potevano solo rendere più fertile il terreno, ma fra una metafora e l’altra il ribattezzato “smacchiatore” è riuscito a piantare due semi adatti ad una rapida maturazione. Nel nome della “realtà” contrapposta ai “cieli azzurri” ha lasciato che sedimentasse la promessa berlusconiana del rimborso dell’Imu sulla prima casa in contanti – unita all’abolizione dell’imposta –, accorgendosi che c’era da fare un po’ di rumore solo quando è arrivata la lettera a milioni di famiglie. Troppo poco, troppo tardi as usual.
[ad]Con lo scandalo Mps, invece, si è sancita l’erosione vera e propria dell’immagine mediatica. Il centrodestra, spalleggiato (in)consapevolemente da buona parte della stampa ha unito due termini decisivi con un colpo sul framing degno di Karl Rove dei primi anni 2000: il valore dei Montibond per il salvataggio della banca senese e il valore della prima rata dell’Imu. Attorno a questi 4 miliardi il centrosinistra (e pure i montiani, usciti urticati da questo attacco) è stato chiarissimo: non c’entrano nulla. Peccato che nello smentire questo frame, generalmente i candidati del Pd si siano mossi all’interno di questa cornice e l’abbiano ripetuta: “Non è vero che quei 4 miliardi dell’Imu serviranno per salvare Mps”. E invece nella mente emotiva di ogni elettore si diffondeva sempre di più la convinzione – più sbagliata che giusta sul piano razionale – che le questioni fossero collegate. A beneficio del Pdl e del Movimento 5 Stelle, il cui boom ha cannibalizzato gli ultimi voti rastrellabili a destra, ma soprattutto a sinistra. Se non hanno lavorato male gli spin di Italia Bene Comune, diciamo che erano quanto meno in sciopero. E visto il loro datore di lavoro pro-tempore sono pure da capire.