Si racconta che negli anni caldi di Mani Pulite, aumentò sensibilmente il numero di pacchi recapitati alla sede del Partito Socialista Italiano e contenenti escrementi. Oggi, in piena era internet 2.0, siamo diventati molto più sofisticati ed abbiamo sostituito le spedizioni di materia fecale con tonnellate di commenti su Facebook.
Nelle sconfinate savane della rete sta venendo alla luce una nuova specie agguerrita e sempre più numerosa: il commentatore incazzato.
[ad]Su siti o pagine Facebook, è sufficiente pubblicare l’ennesimo riferimento alle ruberie della “casta”, la novemillesima intercettazione di B. o la solita vergognosa dichiarazione di qualche Santanché o Gasparri, ed immediatamente appariranno centinaia di commenti che inneggiano alla ghigliottina, sbrodolano insulti d’ogni genere ed annunciano un’imminente rivoluzione. Lo stesso accade sulle pagine di politici apparentemente “antagonisti” (Di Pietro, Vendola, ecc.): ai commenti dei sostenitori, se ne mescolano altri tra cui quello: “Siete tutti uguali, vaffanculo pure tu” è tra i più misurati.
Insomma, il famoso “popolo della rete” – almeno ad uno sguardo superficiale – pare essere composto da un crescente numero di persone che sfogano la loro rabbia sulle tastiere, in maniera sempre più indiscriminata e violenta.
E cosa c’è di più gratificante e orgasmico che urlare tutti insieme, fare a gara a chi urla di più e rispondere alla chiamata alle armi di qualche condottiero che manda tutti affanculo e promette piazza pulita?
Giuseppe Piero Grillo, meglio noto come Beppe Grillo
E’ difficile – mutatis mutandis – non cogliere analogie tra il boom “grillino” e quello leghista della stagione ’92-’93, per molti aspetti assai simile all’attuale. I toni spesso volgari e violenti, le promesse un po’ populiste ed i modi da “aizza-popolo” di Beppe Grillo spesso ricordano in qualche maniera il primo Umberto Bossi. Certamente esistono anche molte differenze, così come è fuori discussione che entrambi i movimenti politici diano/abbiano dato voce a problemi reali ed urgenti.
Tuttavia è altrettanto evidente che Grillo raccolga – con strategie ad hoc? – molti sostenitori proprio nella fetta di “popolo della rete” descritta sopra. Non vogliamo qui difendere una classe politica nel suo insieme marcia e fallita, ma tutto questo insistito urlare la propria rabbia (che sottintende spesso impotenza ed urgenza di scacciare da sé il sospetto della colpa), seppure elettoralmente vincente, rischia di ridursi ad un pratica sterile e di silenziare le voci di tanti rappresentanti del Movimento 5 Stelle puri, preparati e guidati da un progetto politico costruttivo.
Tanti di coloro che spedivano escrementi al PSI, finirono per ingrossare le file della Lega perché “ce l’aveva duro”, e perché “loro sì che manderanno a casa i politici ladri”. Sappiamo com’è andata a finire: la Lega si è rivelata storicamente incapace di passare dalla fase distruttiva del “Roma ladrona” ad una fattiva e politicamente matura. Il rischio è che la Storia si ripeta, non perché la Storia sempre si ripete, ma perché è questo che accade quando chi la Storia la fa non cambia. E’ assai difficile ed ottimistico pensare che venti anni di berlusconismo abbiano reso gli italiani più maturi politicamente…
Riuscirà il Movimento 5 Stelle (comunque – ripetiamo – senza dubbio diverso e migliore del leghismo) a dimostrarsi in grado di andare oltre il “vaffanculismo” e di offrire invece un contributo solido e concreto per il rinnovamento del Paese? Speriamo…