Movimento 5 Stelle. Col 25,6% di voti alla Camera ed il 23,8% al Senato si tratta di una affermazione straordinaria. Per numero di voti ma non solo. Alla Camera il Movimento 5 Stelle è il primo partito con quasi otto milioni e settecento mila voti. Tra chi ha votato la nuova offerta politica è stata premiata da un italiano su quattro.
Numeri che stanno facendo discutere. Anche per il ruolo decisivo che i deputati e senatori eletti col Movimento avranno ai fini della (possibile) formazione di un Governo.
[ad]Tra gli elementi di valutazione del successo del Movimento 5 Stelle colpisce la sua omogeneità territoriale. I numeri delle elezioni, se visti in “controluce”, rassegnano rispetto ad ogni altra ricerca sociale un’Italia più unita di quanto non venga descritta.
Nell’Italia della “questione meridionale” cui non poteva non seguire a distanza di anni la cosiddetta “questione settentrionale” si scopre grazie al Movimento 5 Stelle che siamo davanti ad un’unica questione: nazionale. Volendo guardare al “nuovo consenso” scovato da Beppe Grillo e analizzando chi e perché ha votato il Movimento 5 Stelle ci si scopre più uniti.
Guardiamo quali sono le due regioni con le percentuali più alte. Liguria e Sicilia. A parte essere bagnate entrambe dal mare ogni analisi-ricerca sociale o indicatore economico ci racconterebbero due regioni molto diverse tra loro. Ma se il voto ha un significato è possibile ipotizzare che i siciliani ed i liguri abbiano avuto voglia di lanciare un segnale molto simile. E, per deduzione, che vivano problemi comuni.
L’altra regione che ha premiato il Movimento 5 Stelle è stata la Sardegna. Ancora un esempio. Si evidenziano percentuali quasi identiche tra loro in Puglia ed in Veneto. La Puglia è il cuore del mezzogiorno e quindi molto vicina alla “questione meridionale” (vedi sopra) almeno quanto il Veneto è, con la Lombardia, terra protagonista della “questione settentrionale”.
Cosa è la “questione settentrionale”? Da wikipedia “i punti cardine della questione settentrionale sono riassumibili in una maggiore indipendenza delle regioni settentrionali dalle regioni centro-meridionali, accusate di essere un peso per la parte produttiva del Paese”. Nell’analizzare il voto di domenica e lunedì possiamo ascrivere a Beppe Grillo il merito di aver fatto scoprire un Paese molto più unito rispetto alla scorsa settimana. O almeno di aver congiunto punti simili del Paese.