Ci siamo dunque, lo scenario più temuto e più probabile si è verificato. Lo stallo completo delle istituzioni a seguito del risultato di queste elezioni non sembra avere al momento una via di uscita credibile o che non porti a conseguenze che le forze politiche in campo possano ritenere accettabili.
[ad]E’ successo quello che molti temevano ma che i sondaggi degli ultimi giorni non avevano previsto fino in fondo, quelli riservati in particolare che sono stati dei veri e proprio numeri al lotto, per non parlare degli instant poll. E’ vero che la media sondaggi finale ha sbagliato in maniera pesante solo il PD sopravvalutandolo e il M5S sottovalutandolo, rientrando con gli altri più o meno nel margine di errore (infatti il PDL era stato misurato bene alla fine), ma il problema era che l’errore non era di un punto o 2, ma di 5 punti! Bisognava togliere 5 punti al PD e darli al M5S, scusate se è poco… E non parlo dei sondaggi di un mese fa quando ancora molte cose si dovevano decidere io parlo dei sondaggi fatti a urne aperte. Come si fa a dire che un 5% si è spostato dal PD al M5S il giorno stesso delle elezioni e nessuno se ne è accorto?
E’ un’ ipotesi che non sta in piedi.
E’ molto più facile pensare che la verità è che non era facile valutare il M5S, e siccome erano tutti convinti che il PD stesse molto avanti al PDL, hanno tutti “aggiustato” togliendo voti dal M5S, non credendo che potesse mai arrivare a quelle percentuali.
Un fallimento che prosegue dopo i pessimi risultati del 2006 e del 2008.
Si parlava addirittura di vittoria del centrosinistra in Lombardia e Sicilia… figuriamoci!
Il centrosinistra non ha vinto nemmeno in Puglia, regione governata da Vendola e sbandierata dal leader di SEL come biglietto da visita per la sua campagna elettorale. Nessun istituto lo aveva predetto e questo non ha fatto altro che acuire la sensazione di sconfitta pesante di colui che fino al 2011 voleva le primarie a tutti i costi perché sicuro di vincerle a mani basse in quanto incarnazione del “nuovo che avanza” dopo le vittorie di Pisapia e Zedda.
Ma non è stato sconfitto solo lui, in maniera probabilmente definitiva (che ne sarà ormai di SEL? A che serve? Meglio che si fonda col PD visto che oramai non è altro che il comitato elettorale del suo leader), ma un intero gruppo dirigente del PD che era riuscito a vincere le primarie con un distacco netto (più di 20 punti) e che si accreditava come sicuro vincente di queste elezioni.
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Sorvolando sulla ridicola campagna elettorale del PD, non è il caso di sparare sulla croce rossa parlando di una campagna fatta di giaguari, tacchini e scemenze simili, che a qualcuno devono essere sembrati una buona idea ma che evidentemente non lo erano, andiamo a vedere che lezione viene fuori da queste elezioni e chi sono nel dettaglio vincitori e vinti e cerchiamo di capire perché le cose sono andate così.
[ad]Cominciamo con l’elencare i fatti:
1) Gli sconfitti sono stati tanti, alcuni in maniera davvero bruciante come Ingroia, Fini, Fermare il Declino, Storace, altri hanno visto perdere molto consenso rispetto al 2008 come il PDL il PD e la Lega ma hanno tutti cantato vittoria chi per un motivo chi per un altro in perfetto stile prima repubblica, e Monti non ha certamente perso più di loro visto che da zero in 2 mesi ha creato il 4 partito dal nulla. Il M5S tanto per dire sono anni che si organizza e cresce, oltre ad avere affrontato già diverse tornate amministrative con notevole successo, mentre la lista Scelta Civica era al suo debutto assoluto, dire che Monti sia andato male è una forzatura, male sono andati certamente Casini e soprattutto Fini.
2) Vincitore senza ombra di dubbio è il M5S, e basta. Partito dal nulla diventa primo partito italiano (sul territorio nazionale, se si contano gli italiani all’estero è il PD il primo partito). Un partito senza un costoso apparato, cosa che caratterizza il PDL ma soprattutto il PD, che dimostra quindi che non è necessario fare una marea di clientele e trovare un “posto” (uno stipendio fisso insomma, non un lavoro) a tutti per avere consenso. Il M5S ha fatto una campagna elettorale con costi bassissimi. Costi impensabili per degli strumenti oramai vecchi come i partiti tradizionali.
3) La colpa non è del porcellum. Non c’è nessuna legge elettorale, a turno unico, nei paesi occidentali, che dia la maggioranza assoluta dei seggi a una coalizione politica con il 29,7%, è già tanto che il PD ha la maggioranza alla Camera (per giunta con un sacco di deputati che saranno molto utili nella scelta del prossimo Presidente della Repubblica). Anzi a dirla tutta non è nemmeno giusto che il centrosinistra con così pochi voti abbia così tanti deputati
4) Il panorama politico non è mai stato così poco estremizzato da un punto di vista ideologico. I partiti in qualche modo riconosciuti come estremi (da Forza Nuova a Casa Pound al Partito Comunista dei Lavoratori) hanno preso percentuali bassissime e non è vero che esiste una maggioranza di “moderati” (qualunque cosa voglia dire in Italia), basti guardare i commenti sui social network e sui forum. Gli italiani sono in buona parte degli scalmanati tifosi, che parlano per partito preso senza manco leggere, spesso, quello che commentano. La domanda da porsi non è perché l’Italia sia in declino ma come sia potuta arrivare, con questo bagaglio, tra i primi 10 paesi del mondo.
5) I giovani hanno votato molto per il M5S ma anche molto per Monti. Il voto al PD e al PDL è fatto di anziani in buona parte, la cosiddetta “Old Power”. (e il PD ha talmente poco appeal tra i giovani che prende meno voti persino del PDL) guardare per credere: Voto della fascia età 18-25 (differenza camera-senato): #M5S 40%, Monti 23%, CDX 15%, CSX 11%, Ingroia 6%.
Più che un problema nord sud sembra questa volta esserci un problema generazionale, in cui gli anziani votano i partiti tradizionali e i giovano vogliono un forte rinnovamento votando per formazioni che prima non c’erano. E’ difficile credere che chi ha votato il M5S lo abbia fatto per la proposta di Grillo di uscire dall’Euro, piuttosto per punire i partiti ritenuti vecchi e portatori di interessi di una categoria di anziani e pensionati, cosa che per dei giovani senza quasi più speranza di vedere alcuna pensione un giorno, non è affatto gradevole. Nell’articolo seguente si approfondirà il tema dello scarso appeal del PD tra i giovani malgrado l’uso intensivo in campagna elettorale dei social networks tanto frequentati dai giovani.