Del Movimento 5 Stelle non è assolutamente facile etichettare e catalogare i 163 neo parlamentari eletti. Proprio in virtù della particolarissima connotazione del Movimento (alla cui base c’è un “non-statuto”, che serve a dettare le regole del “non-partito”) non può, infatti, esistere alcun modello. L’eterogeneità e la varietà, dunque, sono i tratti salienti dei nuovi gruppi parlamentari che andranno a costituirsi da qui a breve.
[ad]Una caratteristica comune, però, c’è. I 163 eletti sono, nella sostanza, dei neofiti delle istituzioni. Quasi tutti si sono avvicinati alla politica grazie al movimento: chi con un link, chi grazie ad un amico o ad un conoscente, chi tramite il passaparola, chi direttamente grazie al blog di Beppe Grillo. Scendendo nel dettaglio, dentro le future truppe parlamentari c’è di tutto: professionisti (medici, ingegneri, avvocati), impiegati, studenti. Quasi tutti under 50, e con una nutrita presenza femminile.
Ma sono veramente tutti uguali? A sentire Grillo e Casaleggio pare di sì: uno delle frasi più ripetute dai militanti è “uno vale uno”. infatti la rete costruita dal leader genovese è del tutto orizzontale: non ci sono capi, né quadri intermedi. Insomma, è assente il cosiddetto apparato, e anche questo potrebbe essere stato uno dei motivi del boom nelle urne del M5S.
Ciò è testimoniato dal fatto che, sia alla Camera sia al Senato, è stato più volte ripetuto che non ci saranno dei capigruppo prestabiliti. I primi due sono Vito Crimi e Roberta Lombardi. Crimi, capogruppo al Senato, ha 40 anni ed è assistente giudiziario alla Corte d’Appello di Brescia. La capogruppo alla Camera è Lombardi. Romana, laureata in giurisprudenza, ha 39 anni ed è nel Movimento da circa 6 anni.
La carica ruoterà ogni tre mesi, in modo da coinvolgere il più alto numero possibile di eletti. Uno vale uno. È da vedere se un movimento con il 25% dei consensi e dei seggi in Parlamento possa mantenere una struttura così liquida, o se invece si renderà necessaria un’organizzazione. Primi segnali ci stanno arrivando in queste ore quando tutti i parlamentari del M5S sono riuniti in un hotel di Roma.
Beppe Grillo ieri ha parlato della “circonvenzione di elettore”. Ha attaccato l’articolo 67 della Costituzione, alludendo ad eventuali offerte, che potrebbero arrivare da altri partiti, ai parlamentari del Movimento, poco avvezzi al gioco politico che molto spesso, anche nel recente passato si è verificato in entrambe le Camere.
Il futuro prossimo resta dunque un rebus: Bersani riuscirà a formare un Governo? O il Paese sarà affidato ancora ad un tecnico? Si tornerà a votare entro i prossimi 6 mesi? Per ora nessuno scenario è da escludere, ma non c’è nemmeno alcuna certezza. Quel che è certo, invece, è che i neoparlamentari grillini dovranno ora prendere una posizione chiara, anche perché continuare a giocare allo sfascio potrebbe rivelarsi un grave autogol. Lo tsunami c’è stato. Ora è il tempo delle proposte.
Alessandro Genovesi