[ad]La Sicilia del presidente Rosario Crocetta potrebbe essere la prima regione d’Italia a rivoluzionare gli enti locali. La giunta di governo guidata dall’esponente del movimento “Il Megafono“, e sostenuta dal Partito Democratico, ha deciso infatti ieri sera di abolire le nove province dell’Isola. Si ricuce così il rapporto tra il governatore i grillini che, nei giorni scorsi, si era incrinato proprio su questo argomento.
Il Movimento 5 Stelle incassa quindi un altro successo in Sicilia nella lotta agli sprechi della politica. A chiedere l’eliminazione degli enti erano stati proprio gli attivisti del Movimento. La proposta però, non era stata condivisa dalla maggioranza formata da Pd e Udc nè dall’opposizione di centrodestra che invece chiedeva una semplice riduzione dei costi.
Rosario Crocetta ha chiamato la riforma “pacchetto tsunami” e si è definito più “grillino dei grillini”. Adesso, per l’approvazione definitiva sarà necessario il voto dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) che dovrebbe arrivare entro la fine del mese, facendo saltare quindi le elezioni già fissate per maggio. Le province saranno sostituite dai liberi consorzi dei comuni, già previste dallo statuto. Senza la presenza di nessuna carica elettiva.
“Con l’abolizione – annuncia Crocetta – si risparmieranno solo di indennità ai Presidenti e ai consiglieri e organi di funzionamento 10,3 milioni di euro e complessivamente la riforma ci fa risparmiare 50 milioni di euro”. A livello nazionale, la riorganizzazione delle province era stata avviata dal governo Monti. Interrotta dalla conclusione anticipata della legislatura. Altro provvedimento deciso dalla giunta: istituzione del fondo di povertà destinato alle famiglie con reddito inferiore ai cinquemila euro l’anno.
Francesco Previti