“Sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve”. Con queste parole Pier Luigi Bersani ha aperto la Direzione Pd convocata per tracciare la linea che il partito dovrà seguire da qui alla formazione del governo. Per il segretario Pd queste “elezioni sono state il termometro di un grande cambiamento. L’economia reale mostra debolezze e crepe lo sciame sismico che scuote le democrazie non si è placato”.
[ad]Bersani chiarisce che “Qui non si sta corteggiando Grillo, ma si tratta di capire ciò che si muove nel profondo, di bucare il muro dell’autoreferenzialità del sistema perché comincia a essere in gioco il sistema”. Poi fa un analisi: “il Movimento è forte tra i giovani e i colpiti dalla crisi”.
Il segretario indica nella mancanza di “un avversario politico” una delle cause della vittoria mutilata: “L’idea che non ci fosse l’avversario ci ha danneggiato, ha messo in moto dei voti. Che questo sia colpa nostra discutiamone. Anche noi forse siamo stati vittima di questo coro. Certamente è una cosa che ci ha indeboliti e danneggiato”.
Bersani indica la strada da seguire per risalire “Dobbiamo dare il segno che dopo le elezioni si cambi qualcosa, dobbiamo dirlo senza balbettare o partecipare al balletto delle ipotesi. Dobbiamo dare un messaggio lineare e chiaro”. Un cambiamento che si può articolare in 8 punti programmatici che sono: “correzione delle politiche Ue; misure urgenti per il lavoro; riforme della politica; conflitto di interessi; diritti; green economy; scuola e ricerca”.
Infine il segretario dei Democratici attacca Grillo: “Chi ha scelto la via parlamentare deve dire che cosa vuol fare. Noi non staremo qui a guardare” e chiude le porte ad un governissimo con il Pdl “Nessuna collaborazione è possibile con chi ha seminato il vento che ci ha portato la tempesta di oggi”.
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