[ad]Per il nuovo Governo dell’Italia, ormai, si naviga a vista. Pierluigi Bersani ed il Partito Democratico insistono con il tentativo di volersi presentare alle Camere e provare a ottenere la fiducia. A sentire Beppe Grillo ed il Movimento 5 Stelle, difficilmente, il leader del centrosinistra potrà superare le “forche caudine” dell’aula. I numeri sono lì e parlano chiaro. C’è una maggioranza assoluta a Montecitorio (55% dei seggi), ma non a Palazzo Madama. Anzi il magic number dei 158 senatori (la metà dell’aula) è molto lontana per Bersani & C.
Mentre, però, gli italiani attendono di conoscere se ci sarà e quale sarà il Governo che li guiderà, quali saranno i primi atti politici e le le prime proposte di legge della nuova legislatura? In campagna elettorale non sono mancate le promesse: tutti i principali leader, da Pierluigi Bersani a Silvio Berlusconi, da Mario Monti a Beppe Grillo, non hanno risparmiato annunci e promesse di impegni. Se davvero proveranno a tenere fede ai patti sottoscritti con i rispettivi elettori dovremmo assistere nei prossimi giorni ad un dibattito su diversi temi.
Pierluigi Bersani ha promesso, come prima azione, una legge sul conflitto di interessi. Mario Monti in un primo momento ha parlato della necessità di rifare la legge elettorale, poi ha corretto il tiro impegnandosi sul bisogno di dimezzare i parlamentari. Silvio Berlusconi, come tutti ricordano, ha giurato di abolire l’Imu sulla prima casa e di restituire quanto versato nel 2012. Beppe Grillo ha proposto e promesso un reddito di cittadinanza a chi non lavora ed il politometro, per verificare chi si è arricchito con la politica.
Più in generale, restano molto attuali altri temi che (in teoria) possono mettere tutti d’accordo. Due esempi su tutti:
1) abolizione (o comunque riforma) dei rimborsi elettorali ai partiti;
2) riforma della Costituzione per ridurre il numero di deputati e senatori.
In questi casi, a prescindere dall’incertezza che continuerà a dominare il quadro generale e la formazione di qualsiasi Governo, la convergenza anche delle più diverse e antitetiche forze politiche potrebbe avvenire, spontaneamente, in Parlamento.