[ad]Matteo Renzi ha dichiarato: “Nella mia città io ho abbassato Irpef ed Imu”. Pagella Politica ha effettuato il fact checking della dichiarazione di Renzi e si è espressa con un “Nì”.
Oggigiorno un politico che possa affermare, a ragione, di aver ridotto la pressione fiscale non solo farà sicuramente notizia, ma molto probabilmente acquisterà anche la simpatia dell’elettorato. L’affermazione di Renzi sarà vera o falsa? Avrà ridotto davvero le addizionali comunali dell’Irpef e dell’Imu?
Iniziamo dall’Irpef. L’imposta sul reddito delle persone fisiche è un’imposta diretta, personale, progressiva e generale, regolata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi del 1986. Il presupposto dell’imposta è il possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti in una delle seguenti categorie: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa, redditi diversi.
L’Irpef è un’imposta progressiva, in quanto colpisce il reddito con aliquote che aumentano in relazione agli scaglioni di reddito, ed è di carattere personale, essendo dovuta, per i soggetti residenti sul territorio dello Stato, per tutti i redditi posseduti, anche se prodotti all’estero. Il d.lgs 446 del 15 dicembre 1997, tra le altre cose, istituiva l’addizionale regionale Irpef e prevedeva che: 1) l’aliquota di compartecipazione venisse stabilita annualmente dalla Giunta comunale con propria deliberazione, sulla base degli indirizzi fissati annualmente dal Consiglio comunale; 2) la variazione dell’aliquota di compartecipazione non potesse eccedere la misura massima stabilita per legge.
Ebbene, come già analizzato da Pagella Politica, sul sito del Comune di Firenze è possibile verificare come per l’anno 2012 l’aliquota sia stata ridotta e portata allo 0,2%. Non solo: anche il sito della Provincia di Firenze conferma la riduzione dell’addizionale Irpef dallo 0,3 allo 0,2% mediante una delibera presentata dall’assessore al Bilancio Claudio Fantoni. Secondo l’assessore, l’alleggerimento della pressione fiscale equivale ad un risparmio per i cittadini pari a 6 milioni di euro (Repubblica ha calcolato un guadagno per le famiglie fiorentine di 320 euro).
Riguardo l’Imu, di cui tanto si è parlato (Pagella Politica non ha mancato anche in questo caso di dare il proprio contributo), sul sito della Camera di Commercio di Firenze è possibile verificare come nel capoluogo toscano l’aliquota per l’abitazione principale e per le relative pertinenze sia dello 0,4%. I comuni possono aumentare o diminuire la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuali, ma l’amministrazione fiorentina ha deciso di mantenere l’aliquota standard, quale stabilita livello centrale dal governo italiano.
Con l’Ici la situazione era differente, poichè aliquote e detrazioni venivano determinate annualmente da ogni singolo Comune con un’apposita delibera. Non esisteva, quindi, un’aliquota unica nazionale, poiché l’art. 6 del d.lgs. 504/1992 si limitava a prevedere un minimo del 4 per mille e un massimo del 7 per mille; le aliquote, di conseguenza, variavano da Comune a Comune e di anno in anno, talvolta anche in misura ragguardevole. Nel 2008 il governo Berlusconi, con il decreto legge 93/2008, aboliva del tutto l’Ici sulla prima casa, dopo che il governo Prodi, con la legge finanziaria 2008, aveva approvato un’ulteriore detrazione della base imponibile dell’1,33%.
La situazione è, quindi, complessa e l’affermazione di Renzi ci sembra quantomeno fuorviante poichè: 1) non è possibile parlare di riduzione dell’Imu nè rispetto all’aliquota di riferimento (rimasta invariata), nè rispetto alla precedente Ici, che era stata abolita sulla prima casa e che comunque viaggiava su grandezze diverse e quindi incomparabili; 2) a Firenze si registra un aumento rispetto all’aliquota di riferimento per gli immobili diversi dalla prima casa e si passa dallo 0,7% allo 0,99%, come è possibile evincere da quest’elaborazione del Sole 24 Ore.
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[ad]Entrando nei dettagli, per l’aumento dell’Imu sui capannoni nel Comune di Firenze possiamo fare riferimento a questo documento della Cgia di Mestre mentre, sull’aumento dell’Imu a carico delle Pmi, troviamo notizie in questo articolo. Infine, sulla crescita dell’Imu su seconde case, case affittate e case con canone concordato, quest’altro articolo ci offre le necessarie delucidazioni. Come sottolineato sempre dal Sole 24 Ore, inoltre, sono molti i Comuni ad aver deciso di mantenere a livello base l’aliquota sull’abitazione principale, ma di alzare quella sugli altri immobili, attuando, in alcuni casi, una discriminazione tra immobili sfitti ed immobili in locazione.
Insomma, tutto considerato riteniamo che Renzi abbia voluto fare il furbo e non abbia voluto dire come stanno veramente le cose. Ci sembra quindi opportuno dargli un “Nì”.
Se vuoi leggere tutti i fact checking sulle dichiarazioni di Renzi visita il suo profilo sul sito di Pagella Politica.