[ad]Seconda fumata nera. Si torna a votare nel pomeriggio. Oggi sono previste fino ad un massimo di due votazioni.
L’”extra omnes” è stato elegantemente sussurrato da Mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni pontificie, le porte della Sistina sono state platealmente chiuse, i porporati elettori sono separati dal mondo sia fisicamente, sia virtualmente grazie ad una “gabbia elettronica” che impedisce ogni tipo di collegamento radio o telefonico.
Ovviamente non possiamo sapere ciò che sta succedendo nella cappella Sistina e a Santa Marta, l’albergo vaticano in cui stanno soggiornando i cardinali. Possiamo però dire che gli elettori sono meno divisi di quanto si pensi e si è pensato nelle scorse settimane. Come abbiamo già riportato, dovrebbe essere l’Arcivescovo di Milano ad avere il pacchetto più consistente di voti che potremmo quantificare in circa 50. Una ventina dovrebbero toccare all’Arcivescovo di San Paolo, Scherer e qualcuno in meno al candidato americano, che potrebbe essere Dolan, arcivescovo di New York, o Ouellet, canadese prefetto della congregazione per i vescovi.
Dunque, se oggi, mercoledì, o domattina Scola dovesse raggiungere i 77 voti necessari, recuperando i circa 25 che gli mancano, sarebbe il nuovo Sommo Pontefice. Se però non si dovesse trovare subito l’accordo sul suo nome, allora i cardinali potrebbero trovare un nome nuovo, un outsider. In questo caso, però, sarebbe difficile fare nomi realistici, ma in quel caso l’unico italiano in corsa sarebbe il biblista Gianfranco Ravasi.
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I cardinali sono entrati nella Cappella Sistina. I cardinali hanno giurato. Dopo il giuramento il cardinale Re ha pronunciato l’extra omnes, l’ordine in latino che obbliga tutti coloro che non fanno parte del Conclave ad uscire dalla cappella Sistina. Subito dopo monsignor Marini, cerimoniere del Papa, ha chiuso il portone della celebre cappella. La prima fumata è stata nera segno, come era previsto, che non si è arrivati ancora ad una decisione corale.
Angelo Scola o Odilo Pedro Scherer. Tutto è pronto: nella cappella Sistina sono stati montati gli scranni su cui i cardinali siederanno e scriveranno il nome sulla scheda elettorale. Le due stufe (una per bruciare le schede, l’altra per il fumogeno che darà colore alla fumata) sono state già collegate al comignolo già installato sul tetto. In queste ore i cerimonieri pontifici stanno rileggendo freneticamente per l’ennesima volta le norme liturgiche riguardanti la Messa e l’ingresso del Conclave.
Domattina, dunque, verrà celebrata l’Eucarestia “Pro Eligendo Pontifice” in San Pietro, domani alle 16,00 i Cardinali entreranno in processione nella Cappella Sistina, giureranno ad uno ad uno e successivamente Monsignor Guido Marini inviterà tutti ad uscire con la formula “Extra Omnes”, le ultime parole prima della chiusura delle porte.
Tutto è pronto anche per i cardinali elettori, più uniti di quanto sembrino. La decisione di iniziare il Conclave domani è stata approvata quasi all’unanimità perché oggi verranno esauriti gli interventi di chi ha chiesto di prendere la parola.
Quanto al nome del nuovo Papa possiamo azzardare una previsione: se dovesse essere eletto nei primi giorni (cioè entro mercoledì sera) dovrebbe essere Angelo Scola il nuovo Sommo Pontefice. Sembra, infatti, che un numero consistente di voti convergeranno su di lui. L’altro candidato dei primi scrutini dovrebbe essere l’Arcivescovo di San Paolo, Odilo Pedro Scherer. Se il Conclave dovesse protrarsi potrebbero facilmente spuntare nuovi nomi, ma pare impossibile fare serie ipotesi.
Quanto al nome, Scola probabilmente sceglierebbe Paolo VII, per omaggiare papa Montini, pontefice che il cardinale di Milano stima e cita spesso. Difficile che il nuovo papa sceglierà Benedetto XVII o Giovanni Paolo III (per la pesante eredità) o il cacofonico Sisto VI o ancora Pietro II, nome mai scelto da nessun Sommo Pontefice per rispetto verso il capo degli Apostoli.