Ambasciatore Usa ed il Movimento5Stelle visto dall’estero
[ad]Retromarcia dell’ambasciatore degli Stati Uniti, David Thorne, sulle dichiarazioni rilasciate in un liceo di Roma, nelle quali invitava i giovani ad “agire per le riforme e per il cambiamento, come il Movimento 5 Stelle”. Una presa di posizione che ai più è apparsa inopportuna: il Partito Democratico ha parlato di gravi ingerenze, invitando il Ministro degli Esteri, Terzi, a chiedere spiegazioni. Il Pdl, con Giovanardi, ha invece parlato di “giudizi politici trancianti da parte di un paese da sempre amico e alleato”.
Reazioni, queste, che hanno spinto l’ambasciata americana a Roma a precisare, via Twitter : ”Non appoggiamo nessun soggetto politico. Dialoghiamo con tutti e sosteniamo l’uso dei social media come strumento di cambiamento”. Grillo intanto gongola e sul suo blog pubblica l’intervento integrale dell’ambasciatore. Volendo andare a fondo e provare a capire il perché delle dichiarazioni di Thorne, si possono avanzare alcune ipotesi. È fuor di dubbio, ad esempio, che il risultato ottenuto dal M5S abbia sorpreso anche gli osservatori stranieri: si veda il commento lapidario del leader della Spd tedesca, il quale, a caldo, si è lasciato sfuggire che i vincitori delle elezioni italiane “sono due clown”.
Ma, sicuramente, anche oltre Oceano la vittoria di Grillo, ottenuta peraltro senza ricevere neanche un euro di finanziamento pubblico, non ha lasciato indifferente il mondo politico e finanziario. Goldman Sachs, ad esempio, la scorsa settimana, ha definito “entusiasmante” il risultato ottenuto dal movimento di Grillo, aggiungendo che “l’Italia ha bisogno di un cambiamento e questo risultato può essere l’inizio di qualcosa di nuovo”. Ed è facile intuire che anche ai piani alti dell’amministrazione Obama i milioni di voti ottenuti dal Movimento 5 Stelle non siano passati inosservati.
Il presidente Obama, come è risaputo, è un grande sostenitore e fruitore dell’utilizzo dei social network per catalizzare il consenso attorno alla sua figura. Lo dimostrano le vittoriose campagne elettorali del 2008 e del 2012, costruite proprio sull’utilizzo di internet come principale strumento di aggregazione politica. Non è affatto da escludere, quindi, che Obama sia rimasto perlomeno colpito dalla capacità di Beppe Grillo di utilizzare il proprio blog come luogo virtuale in cui milioni di persone, semplici cittadini, possono condividere, proporre e dibattere liberamente sui temi dell’attualità.
Dunque, le dichiarazioni dell’ambasciatore Usa potrebbero anche non essere solamente frasi avventate e improvvide di un diplomatico, ma, invece, un messaggio, rivolto ai partiti tradizionali, ad innovarsi sull’esempio del M5S, aprendosi il più possibile ai cittadini e a rendere più trasparente e leggera la propria organizzazione interna.
Alessandro Genovesi