Dopo mesi di confronto fra Facebook e Google+ e di sottovalutazione del ruolo che il “social network” di Google avrebbe potuto giocare nel panorama delle diverse reti di comunicazione e di aggregazione del consenso, finalmente stanno emergendo alcuni tratti caratteristici che lo rivelano come una piattaforma di marketing politico, utile sotto più punti di vista.
[ad]In primo luogo, avere un profilo su Google+ è necessario per poter essere accreditati agli occhi del motore di ricerca come un “Author” del proprio blog alfine di ottenere la propria immagine personale all’interno delle pagine di risultato: tale aspetto non solo è un fattore utile ai fini dell’indicizzazione dei contenuti editoriali, ma anche un elemento valido per sollecitare l’utente a cliccare sul risultato e ad accedere al sito o al blog di destinazione.
L’effetto sull’indicizzazione non è però terminato qui: più un “Author” è presente nelle Cerchie personali più i suoi contributi cresceranno non solo nei risultati degli autenti che l’avranno inserito nelle proprie cerchie, ma anche nelle pagine di ricerca degli altri utenti in virtù di un fattore (“Author Rank“) di importanza crescente all’interno dell’algoritmo di Google, soprattutto perchè collegata al pulsante “+1”. Come risulta evidente, questo aspetto stimola partiti ed esponenti politici ad avere un profilo Google+ e a farne uno strumento di marketing politico.
Google+ è inoltre una piattaforma utile di per sè:
– come social network all’interno del quale accreditarsi attraverso la condivisione di post, video, link ed altri documenti utili ed interessanti;
– come spazio all’interno del quale realizzare Community di utenti – militanti, simpatizzanti, partecipanti a circoli territoriali o tematici, elettori – in cui confrontarsi e scambiarsi informazioni, anche grazie al collegamento con Google Drive, il repository dove salvare documenti condivisi;
– come ambito nel quale organizzare sia video asincroni (con Youtube) sia webinar in diretta grazie all’attivazione gratuita dell’applicazione di “hang-out” con la quale far fruire ai partecipanti alla community interventi video, anche in combinazione con la chat integrata nel sistema.
Uno strumento utile quindi e, come sempre, opportuno se pensato non in modo opportunistico per una campagna elettorale, ma strategico e capace di generare valore nel lungo periodo, come deve essere per qualunque attività di “politica digitale“.