Berlusconi e la battaglia per il Quirinale
[ad]La piazza ed il Quirinale. Per Berlusconi l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica è la sfida chiave. Oggi riferendosi alla sinistra ha detto “se votano uno di loro è battaglia ovunque”. Perché dopo l’elezione dei presidenti delle Camere avvenuta sabato e la possibile formazione del Governo c’è da votare l’elezione del successore di Napolitano il cui settennato termina il 15 Maggio. Ma al contrario delle altre cariche la sua durata è di 7 anni e prescinde dalla data e dall’esito delle prossime elezioni.
Berlusconi ed il centrodestra preannunciano battaglia. In particolare Berlusconi ha sempre lamentato la presenza al Colle di “personalità vicine al centrosinistra (il riferimento è agli ultimi tre presidenti) ostili al centrodestra “. Motivo per cui da settimane parla della possibilità che diventi capo dello Stato e possa rappresentare l’Unità nazionale un “moderato“. Si intuisce che Berlusconi abbia idee chiare sui nomi da proporre.
L’elezione del Presidente della Repubblica
Per garantire un consenso il più possibile esteso intorno a un’istituzione di garanzia, nelle prime tre votazioni è necessaria l’approvazione dei 2/3 dell’assemblea (maggioranza qualificata); per le votazioni successive è sufficiente la maggioranza assoluta. La carica dura sette anni, ciò impedisce che un Presidente possa essere rieletto dalle stesse Camere, che hanno mandato quinquennale, e contribuisce a svincolarlo da eccessivi legami politici con l’organo che lo vota. Sabato, nell’elezione di Piero Grasso a presidente del Senato, alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno votato il nome proposto dal centrosinistra.
Il precedente di sabato deve aver allarmato Berlusconi. Così da indurlo ad alzare i toni. Fino a dichiarare che “nel caso in cui il centrosinistra elegga un suo rappresentante alla presidenza della Repubblica dopo Giorgio Napolitano, il Pdl dovrà fare una dura opposizione sia in Parlamento che nelle piazze”.
Il Popolo della Libertà oggi ha scelto i prossimi capigruppo: Renato Brunetta alla Camera e Renato Schifani al Senato.