Amministrative 2011: prime considerazioni
Dal turno elettorale amministrativo di domenica 15 e lunedì 16 emergono con prepotenza dei temi che possono essere immediatamente colti, in attesa di un’analisi più approfondita basata sui dati definitivi di ciascuna realtà al voto.
Impossibile non iniziare da Milano: la “capitale del Nord”, feudo pressoché indiscusso del centrodestra berlusconiano fin dal 1993, svolta a sinistra in maniera netta. Il risultato sarebbe già eclatante di per sé, ma si carica di una valenza politica ulteriore grazie al coinvolgimento diretto del presidente del Consiglio, che ha trasformato l’elezione per il sindaco di Milano in un test nazionale, un referendum pro o contro di lui. L’incredibile distacco che Pisapia ha rifilato a Letizia Moratti (48% contro 41,6%) è superiore anche ai voti ottenuti dal candidato del Terzo Polo, Palmeri. Pisapia è quindi riuscito (sia per meriti suoi che per demeriti altrui) non solo a concentrare su di sé tutti i voti dell’elettorato progressista (nonostante il 3,5% ottenuto dal candidato del Movimento 5 stelle), ma anche a sfondare in quell’elettorato moderato che in molti vedevano come lo spauracchio che non avrebbe mai consentito ad un ex esponente di Rifondazione comunista di fare bene in una città come Milano. Ora non solo si andrà al ballottaggio, ma Pisapia parte con tutti i favori del pronostico e alcuni lo danno già vincitore con certezza.
[ad]Risultato piuttosto eclatante anche a Napoli: nonostante le 11 liste mobilitate a suo sostegno, e nonostante l’impegno diretto – anche in questo caso – di Berlusconi, che venerdì aveva promesso di abolire la tassa sui rifiuti e di fermare le demolizioni di costruzioni abusive (due temi potenzialmente molto competitivi nel capoluogo campano), Gianni Lettieri non solo non riesce a vincere al primo turno, ma si ferma addirittura sotto il 40% (38,5). Al ballottaggio dovrà vedersela, a sorpresa, con l’europarlamentare Luigi De Magistris, sostenuto da IDV e FDS e che ha potuto contare su un fortissimo voto disgiunto a suo favore (e su un altissimo numero di voti espressi al solo candidato sindaco) che gli ha fatto conseguire il 27,5% dei consensi. Delusione fortissima per il PD, il cui candidato Mario Morcone non arriva nemmeno al 20%, e che come lista fa persino peggio dei soli Ds nel 2005, fermandosi al 16,6%. Al ballottaggio le incognite verranno dal comportamento degli elettori di Pasquino (Terzo Polo, 10%) e dalla solidità con cui gli elettori di Morcone sceglieranno di riversarsi su De Magistris.
Ma le sorprese (stavolta positive per il PD) sono venute anche da Torino e Bologna; nel capoluogo sabaudo l’ex segretario dei Ds, Piero Fassino, ha ottenuto un incredibile 56,7%, godendo evidentemente dell’enorme popolarità del suo primo supporter – il sindaco uscente Sergio Chiamparino – ma anche dei frutti di una campagna elettorale sobria e ben impostata. A Bologna invece, nonostante una campagna elettorale condita di qualche gaffe di troppo, la spunta per pochissimo Virginio Merola (anche lui, come Pisapia e Fassino, vincitore delle primarie), che la spunta al primo turno con il minimo sindacale (50,5%), evidentemente trainato dalle liste di centrosinistra che superano il 54%. Anche in quest’occasione, come alle Regionali dello scorso anno, Bologna vede un exploit del candidato del Movimento 5 stelle Massimo Bugani, che sfiora il 10% (9,50 per l’esattezza).
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