Laura Boldrini analisi testuale del discorso di insediamento
[ad]Maceratese, classe 1961, eletta nella circoscrizione Sicilia 2 come indipendente nelle liste di SEL, Laura Boldrini è il nuovo Presidente della Camera dei Deputati, la terza donna a ricoprire questa importante carica dopo Leonilde Iotti e Irene Pivetti. È stata eletta al quarto scrutinio con 327 voti, undici in più della maggioranza assoluta, con il solo sostegno della coalizione di centrosinistra di cui fa parte.
Laura Boldrini ha un curriculum di tutto rispetto, che parte dalla laurea in giurisprudenza e si dipana nel solco di una collaborazione con le Nazioni Unite che dura dal 1989 e che culmina con il lunghissimo incarico (1998 – 2012) come Portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati. È stata scelta dal settimanale Famiglia Cristiana come donna dell’anno 2009, e tra i suoi riconoscimenti spiccano la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana (2004), il Premio Consorte del Presidente della Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009).
Il suo discorso di insediamento, reperibile in formato testuale sul sito della Camera dei Deputati diventa quindi particolarmente interessante proprio in virtù della figura della sua autrice, un’esponente di una sinistra umanitaria, lontana dalla vita dei partiti e della politica, scelta sull’onda di un vero e proprio rinnovamento – generazionale e non solo – da parte di un centrosinistra che ha scelto di andare a sfidare Grillo e il suo MoVimento proprio sul suo stesso terreno. Si tratta, naturalmente, di un discorso di insediamento, quindi più ricco di saluti e intenti che di reali punti programmatici, ma è tuttavia già possibile, proprio sondando lo spirito che lo anima, coglierne l’essenza e valutarne l’orientamento.
Un discorso profondamente ancorato alla realtà. Forse è questa la migliore definizione per le parole di insediamento di Laura Boldrini, come evidenzia appieno il tag cloud. Non è infatti un caso che la parola più utilizzata, nelle sue varie declinazioni, sia “dovere”. L’attività parlamentare si riscopre spirito di servizio e, nell’imperativo categorico di una crisi economica e sociale che non accenna ad allentarsi, assume tutte le colorazioni dell’urgenza e dell’impellenza. Il Parlamento deve agire, perché tale è il suo compito, tale è la sua missione e soprattutto tale è la necessità del Paese.
A coronamento di questo verbo dal significato così potente, vi sono alcune parole che vi si pongono immediatamente al di sotto nella gerarchia del cloud, e che servono a direzionarlo e contestualizzarlo: “Italia”, “istituzione”, “responsabilità”. Potrebbero essere termini scontati e banali, ma nell’attuale periodo di incertezza persino un richiamo a quello che potrebbe apparire ovvio – e spesso non lo è – ha un efficace significato chiarificatore. Il riferimento al Paese, naturalmente, serve a richiamare l’origine e la destinazione del lavoro parlamentare, a fornire le coordinate da cui trarre ispirazione nello svolgimento dell’attività politica e a ricordare il fine ultimo di ogni atto dell’assemblea. Un doveroso e opportuno richiamo alla serietà in un Parlamento dove ogni forza politica pare più che altro interessata ad un rapido riposizionamento in vista di elezioni a breve.
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