La Sicilia abolisce le province

Pubblicato il 20 Marzo 2013 alle 18:34 Autore: Alessandro Genovesi
crocetta sicilia

Alla fine è successo. L’assemblea regionale siciliana ha approvato, con 53 sì e 28 no, il maxi-emendamento firmato da Pd, Udc e Lista Crocetta-Il Megafono, e supportato in aula anche dal Movimento 5 Stelle, che fa della Sicilia la prima regione italiana ad abolire le province.

[ad]Il governatore Rosario Crocetta ha accolto il voto d’aula con un applauso. Come detto, a favore hanno votato anche i deputati grillini, rilanciando dunque l’alleanza col centrosinistra, che non è formale, ma è sui contenuti. Contrario all’abolizione delle Province invece il Pdl, che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi.

Nello specifico, il provvedimento in questione comporta, per le disastrate casse regionali, un risparmio annuo di circa 50 milioni di euro.

Di conseguenza, vengono cancellate le elezioni delle nuove giunte e consigli provinciali (previste per il prossimo aprile) e le nove province verranno sostituite da liberi consorzi di comuni, come prevede lo statuto speciale, i cui componenti non saranno più eletti ma indicati dai sindaci con elezioni di secondo grado.

crocetta sicilia

«È la vittoria del governo e della maggioranza», esulta il presidente Crocetta che apprezza l’atteggiamento dei deputati `5stelle´. E parla di «prima tappa della rivoluzione» e di «modello Sicilia», schema rilanciato anche dai parlamentari grillini. «L’abolizione delle Province era un punto del nostro programma, abbiamo rispettato l’impegno preso con i cittadini», dice il capogruppo dei grillini all’Ars, Giancarlo Cancelleri, che criticano l’atteggiamento in aula tenuto dai gruppi d’opposizione. «Il Pdl ha bloccato l’aula per quattro ore, i deputati sono intervenuti con un atteggiamento ostile, eppure proprio questo partito nel suo programma nazionale ha l’abolizione delle Province».

Regge quindi la maggioranza Crocetta e tiene l’asse tra il presidente della Regione e il Movimento 5 stelle. Resta da capire se questo fatto possa avere qualche ripercussione sul piano nazionale, spingendo i parlamentari del Movimento 5 Stelle ad interrogarsi se sia  il caso di dare, almeno inizialmente, una fiducia a Bersani e vedere come il segretario del Pd intenda comportarsi.

Quello che è certo è che dall’Ars arriva un segnale chiaro: M5S e Pd possono, almeno a livello regionale, governare insieme, portando a casa risultati molto rilevanti.

 

 

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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