Il Movimento 5 Stelle e il principio di realtà

Pubblicato il 22 Marzo 2013 alle 11:07 Autore: Eugenio Angelillo
beppe grillo

Ieri sera discutevo con due miei amici, attivisti del Movimento 5 Stelle a proposito del loro Codice di Comportamento, in particolare dei primi 2 articoli o commi alla voce Trasparenza

Votazioni parlamentari motivate e spiegate giornalmente con un video pubblicato sul canale YouTube del MoVimento 5 Stelle

Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S

e chiedevo loro come avrebbero fatto in caso di votazioni monstre come questa sul testamento biologico.

[ad]Stamattina poi ho incrociato i dati di Openpolis e della Camera su leggi e emendamenti. Secondo Openpolis nella passata legislatura ci sono state 9570 proposte di legge, in media 5 al giorno, e senza contare ovviamente Decreti Legge e Ordini del Giorno, sui quali pure si vota. Secondo il sito della Camera ci sono stati 100503 emendamenti, lo si deduce lanciando una ricerca senza filtri sul sul motore di ricerca degli emendamenti: vi dirà che ve ne sono appunto 100507 e pero’ ve ne fa vedere solo i primi 5000, quindi possiamo dire che abbiamo una media di 10 emendamenti per legge.

In totale ogni giorno, incluso sabato e domenica, gli eletti del 5 stelle dovrebbero discutere 5 leggi e 50 emendamenti, e decidere a maggioranza.

Se su un voto relativamente semplice come l’elezione alla Presidenza del Senato hanno discusso per più di 2 ore, mi chiedo quanto tempo impiegheranno ogni giorno a discutere tra loro e a motivare davanti la web cam. A naso una discussione minimamente seria su una legge prende un’oretta, e quindi 5 ore al giorno, sabato e domenica inclusi, più un oretta o due per spiegarla agli elettori, in totale 6/7 ore FUORI dal parlamento, poi ci sono i voti in aula, il lavoro nelle commissioni che e’ fondamentale per impiantare una legge e cosi’ via.

E insomma la giornata del deputato grillino si presenta abbastanza faticosa 6/7 pre a discutere nel gruppo e con gli elettori, e poi altre 6/7 ore tra lavoro in commissione e voto in aula.

La mia idea e’ che ben presto si renderanno conto che la loro idea di democrazia partecipativa, almeno per come e’ espressa in quei 2 articoli, e’ irrealizzabile e quindi cominceranno a comportarsi come gli altri partiti: la legge la discutono quelli che sono in commissione e le decisioni sulle votazioni le delegheranno al loro relatore, salvo quelle più importanti e significative che probabilmente saranno discusse e motivate.

Certo il discorso dell’uno vale uno ne uscirebbe ridimensionato, visto che alla fine sarebbe il relatore o capogruppo a decidere su come votare il singolo emendamento e quindi applicherebbero il concetto di delega.

Nulla di drammatico ovviamente, ma certo prima o poi dovranno spiegarlo ai loro elettori che magari si aspettano di vederli in webcam: “Ciao sono Roberto e all’emendamento 3.17 della legge 4373 del 2015 abbiamo votato cosi’…….”