La parabola di Monti. L’ascesa, il wow, il cane “Empy” ed il fuoco amico. C’è una data che segna l’inizio del declino di Mario Monti. Il “Super Mario” che fino a 3-4 mesi fa sembrava poter risolvere tutti i problemi dell’Italia. Quella data è il 5 gennaio 2013.
[ad]Perché? Perchè è il giorno della ‘celebre’ diretta Twitter con il sobrio e responsabile Monti che, tralasciando il suo aplomb, cade nella trappola della rincorsa all’elettorato e si esibisce in improvvidi smile e “wow!” per rispondere ai tweet che arrivano al suo account. Un fatto minuscolo, certamente non “la” causa. Ma, così come per tutti i grandi eventi della storia, probabilmente il punto di snodo principale.
Tra il prima, analizzato attententamente, ed il dopo la differenza è abissale. Dopo quel “wow!” sono arrivate altre scelte di scarso successo: le strategie di Axelrod, le continue comparsate, il “rimprovero” di Zavoli fino all’abisso del cane “Empy”. L’avventura politica del Professore può essere ‘disegnata’ infatti come una parabola: una costante ascesa fino alla presentazione del simbolo di Scelta Civica (il 4 gennaio 2013), dove l’attenzione mediatica è stata al massimo, e dopo un rapidissimo declino, con picchi di caduta libera (come gli esempi accennati in precedenza). Una serie di catasfrofi d’immagine che hanno portato Monti a subire, in questi ultimi giorni, persino il ‘fuoco amico’ della testata che più si è prodigata ad aiutarlo durante l’esperienza governativa, cioè il Corriere della Sera.
Nell’edizione di Domenica 24 Marzo 2013, Ernesto Galli della Loggia – che non si può certamente ascrivere tra i commentatori politici di sinistra (tanto per usare un eufemismo) – rinfaccia alla formazione centrista una serie di errori: dall‘autocompiacimento oligarchico ostentato dalla coalizione (sic!), ad un linguaggio poco “vivo ed autentico” fino all’errore per lui ‘fatale’: il “timore di farsi etichettare di destra dalla Sinistra”. Una serie di appunti in larga parte condivisibili a cui lo stesso Monti si è premurato di rispondere – molto dettagliatamente – sul Corriere di oggi.
Gli appunti di Galli della Loggia, oltre a mostrare ormai il distacco che “l’alta borghesia centrista” che muove il Corriere ha preso ormai nei confronti del Centro (perché è molto più appetibile Renzi? chissà…), pesano comunque come macigni sul futuro politico di Monti. Un futuro – a breve e medio termine – che è di scarso peso politico, perchè come è noto i senatori centristi non sono sufficienti (da soli) alla formazione di una qualsiasi maggioranza, e perché al momento non c’è prospettiva per tutta la coalizione, con Casini che si è eclissato e Fini che nemmeno è stato eletto.
Insomma, a differenza delle molte analisi fatte in precedenza, il Terzo Polo – anche con Monti alla guida – non è ancora nato.