Governo a qualsiasi costo? Ma per fare cosa?

Pubblicato il 28 Marzo 2013 alle 19:00 Autore: Gianluca Borrelli
Governo a qualsiasi costo?

Guardate che quello di Violante è uno sfogo che sembra una caricatura di Corrado Guzzanti che dice “a Berluscò ti abbiamo portato l’acqua con le orecchie cosa vuoi pure una fettina di limone?.

Ma quale è la causa di questa sudditanza psicologica? Sindrome di Stoccolma? Sono stati convertiti e sottomessi mentalmente come in un racconto di fantascienza di Asimov sul ciclo della Fondazione? Oppure ci sono interessi economici e finanziari inconfessabili sotto?

[ad]In ognuno di questi casi è anche naturale che da parte di qualsiasi interlocutore ci sia diffidenza rispetto a questa classe dirigente del PD. Non a caso i nomi per il governo che si fanno sono sempre gli stessi: D’Alema, Amato, Violante, Finocchiaro, Rodotà, Marini, Castagnetti tutta gente che quando ci sono stati questi accordi erano ai vertici dell’allora PDS o del Partito Popolare (ex DC). Tutti che hanno dimostrato fedeltà ad un accordo comune nell’arco di questi ultimi 20 anni. C’erano già tutti i nomi che si stanno facendo, e tutti hanno rispettato le loro consegne (Berlusconi non le rispettava ma evidentemente poteva permetterselo essendo in una posizione, chissà perché, di evidente superiorità). Lo stesso Bersani era ministro dell’Industria nel 1997quando veniva approvata la legge Maccanico (Legge n. 249 del 31 luglio 1997sul riordino delle frequenze TV. Legge che non risolveva il problema delle frequenze di Rete4, venutosi a creare con la sentenza della Corte Costituzionale N 420 del 1994. Insomma non era necessaria una legge, bastava mandare i carabinieri o la guardia di finanza a sequestrare le antenne e dare le frequenze a quello che sarebbe diventato il legittimo proprietario ovvero Europa7.

Curioso infine il fatto che Violante nomini per ben due volte “l’onorevole Letta” (che poi non era onorevole ma solo sottosegretario). Che c’entrava Letta? Era evidentemente il garante di questo patto, che forse durava da molto prima visto che già negli anni 80 quando Scalfari portava con se Veltroni per negoziare una tregua sulla “guerra di Segrate” per il controllo della Mondadori e del gruppo l’Espresso”, Berlusconi portava con se Gianni Letta, che ora è ovviamente il suo candidato naturale al Quirinale. Letta è sempre stato il “Richelieu” di Berlusconi, la sua eminenza grigia, ne parlammo un anno fa circa.

Quando i due capigruppo del M5S parlando con Bersani dicono chiaramente che non si fidano del PD hanno in effetti dei validi motivi. Il PD ha un problema enorme di credibilità che deve recuperare con i fatti.

Bersani a M5S: non fermate il cambiamento

La Lombardi dice: “Abbiamo la credibilità per fare tutto questo, perché non sono 20 anni che promettiamo le stesse cose senza realizzare nulla di quello che è stato promesso durante le svariate competizioni elettorali”

Molto interessante è stata la risposta alla premessa di Bersani che aveva parlato di colloqui con le parti sociali, coi sindacati ecc. Gli è stato praticamente detto che loro non incontrano quelle parti sociali perché loro “sono” quelle parti sociali, esternando il fatto che non è solo il PD (o i partiti in generale) a mancare di credibilità, ma anche i sindacati e le associazioni di categoria, cosa di cui avevamo già parlato in passato.

Questo è senza dubbio il passaggio politico più interessante del colloquio tra Bersani e i rappresentanti del M5S. La sostanza è che il PD deve dimostrare coi fatti e non con le chiacchiere che vuole davvero combattere Berlusconi e il berlusconismo, perché finora non è che abbia proprio fatto molto per dimostrarlo. Anche i casi come quello di MPS ed i rapporti del PD con Verdini non aiutano a rendere più credibile la posizione della coalizione di Bersani.

Tutti hanno paura di nuove elezioni anche perché come abbiamo visto qui su Termometro Politico nessuna legge elettorale garantirebbe la governabilità, nemmeno una legge elettorale maggioritaria a doppio turno come la vorrebbe il PD.

Il problema è politico e non tecnico e si risolve solo con un ritorno di credibilità dei partiti, delle istituzioni, delle parti sociali, di tutto il sistema, che ha fatto strani giochi sottobanco, e si è comportata come se potesse fare qualsiasi cosa, senza dover dar conto a nessuno, per troppo tempo. Fino ad allora non ci resta che un inesorabile ma evitabilissimo declino, che se non fermato in tempo porterà a conseguenze disastrose.

Siamo nel momento in cui ci vuole coraggio coniugato a chiarezza, fra molti anni si parlerà di questo snodo cruciale della nostra vita. Speriamo che se ne parli bene.

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
Tutti gli articoli di Gianluca Borrelli →