L’accordo tra Pdl e Pd ci sarebbe già. Il no dei grillini diventerebbe quindi ininfluente e relegherebbe il Movimento di Grillo ai margini delle trattative. Secondo Dagospia infatti a Montecitorio tira “aria di accordo”. I democratici concederebbero al Pdl la presidenza di una commissione per le riforme costituzionali presieduta da Alfano. Un’ ipotesi rilanciata anche questa mattina sul Corriere da Francesco Verderami: “Gli sherpa di Pd e Pdl hanno accatastato pile di progetti su un esecutivo a guida Bersani, composto da politici di centrosinistra e tecnici d’area di centro e centro destra […] E con l’avvio del governo si avvierebbero anche le riforme, patrocinate da due appositi ordini del giorno alla Camera e al Senato che darebbero vita ad una commissione redigente da far presiedere a un rappresentante dell’opposizione maggioranza […] Essa verrebbe incaricata di riscrivere in sei mesi la seconda parte della Carta”.
[ad]Oltre all’intesa sul governo con uno scambio do ut des, Pd e Pdl si sarebbe accordati anche sul prossimo candidato del Quirinale. Sempre secondo Dagospia, ci sarebbe anche “un elenco condiviso di provvedimenti economici con tanto di calendario di votazione”. A questo punto la palla passerebbe a Berlusconi che dovrebbe decidere se accettare la proposta dei democratici o “rovesciare il tavolo”.