L’esame dei flussi elettorali a Milano, sviluppata con la metodologia Goodman considerando tutte le sezioni elettorali tranne quelle ospedaliere, disegna una situazione speculare a quella napoletana.
[ad]Se infatti nella città partenopea era stato il voto disgiunto a farla da padrone, portando al ballottaggio inaspettatamente proprio il candidato che ne ha usufruito in maggior misura, a Milano i due candidati giunti al ballottaggio, Pisapia e Moratti, hanno un indice di fedeltà altissimo da parte delle coalizioni che li sostengono. Addirittura per Pisapia ci si attesta oltre il 98% per tutte le sue liste, tranne IDV, che offre un minimo di voto disgiunto a Calise.
Il candidato del centrosinistra poi pesca a piene mani nell’elettorato che ha votato per il solo sindaco, raccogliendo il 50% dei consensi di questa fascia di cittadini, e gode di un discreto voto disgiunto, oltre il 15%, a suo favore da parte dei militanti grillini. Molto scarso invece appare il suo appeal dalle parti del Terzo Polo.
Anche la Moratti ha un indice molto buono di fedeltà da parte delle sue liste e inoltre spizzica voti un po’ ovunque tra i candidati minori, incluso dal Movimento 5 Stelle. Sicuramente il suo gradimento presso gli elettori del Terzo Polo pare migliore di quello riscosso dal suo avversario. Anche tra i cittadini che indicano il solo sindaco ha un risultato apprezzabile, con il 33%, anche se lontano dalle performance di Pisapia. Unica nota dolente, una piccola quota di elettori leghisti che le preferiscono Palmeri e Calise.