Concordo in pieno con Marco Bracconi:
Ciao, voto piddì e voglio che il mio partito somigli in tutto e per tutto a quello che voglio io, mi deve rappresentare in toto altrimenti mi delude e non vado più a votare, voglio dire che quando sono di sinistra il piddì non deve pencolare troppo al centro e quando sono moderato non deve sbandare a sinistra, insomma deve stare esattamente, ma proprio esattamente dove sto io, e deve pensare esattamente, ma proprio esattamente quello che penso io, e chissenefrega di dove stanno e cosa pensano tutti gli altri elettori democratici, potenziali e non, io voto piddì e allora si deve fare come dico io senno’ mi scindo e vado più a sinistra quando sono di sinistra e più al centro quando sono di centro e pure più a destra se sono di destra.
Ciao, voto pidielle e qualsiasi cosa leggo su Silvio Berlusconi è una congiura dei comunisti che hanno cambiato nome ma non sono mai cambiati davvero, hanno infiltrati ovunque nella magistratura e nella Consulta e nei giornali e stanno dappertutto perché la sola cosa che vogliono è il potere, solo il potere per fare i loro porci comodi e magari arrestare Silvio e mettere tante tasse come la patrimoniale e raddoppiare l’Imu sulla prima casa e triplicare quella sulla seconda e quadruplicare quella sulla terza.
Ciao, voto beppegrillo e sono un cittadino, ormai siamo in tanti, anzi siamo tutti, arrendetevi perché abbiamo preso il 25 per cento ma parliamo anche a nome di tutti gli altri, che siano d’accordo o meno non importa, anzi se non sono d’accordo vuol dire che sono collusi con la casta e allora loro pure sono morti viventi o cadaveri putrefatti, a piacere, perché noi e solo noi siamo i veri cittadini e domani aboliremo tutto, i partiti i giornali e i sindacati e alla fine resteremo solo noi e la banda larga e l’Italia sarà un posto meraviglioso senza la Tav e senza il glutammato nel brodo vegetale e altre schifezze.
Eccoli qua. Non sono tutti gli elettori italiani, e ci mancherebbe. Sono una minoranza. Diffusa e ostinata. Che vota sulla base di un armamentario cultural-psicologico che oscilla tra deresponsabilizzazione e infantilismo.
E’ un virus trasversale a tutti i partiti e movimenti. Nei quali gli elettori adulti sono probabilmente in maggioranza, ma sono i ragazzini a dare troppo spesso la linea.