Cipro: dopo dodici lunghi giorni, è prevista per oggi la riapertura degli istituti bancari a Cipro. Era il 16 Marzo quando è stata disposta la chiusura delle banche in tutta l’isola per evitare una pericolosa fuga di capitali, fuga non ancora scongiurata. Intanto il premier Anastasiadis promette che i colpevoli “saranno puniti”.
[ad]Dodici giorni, dodici lunghi giorni sono passati dalla chiusura delle filiali delle banche isolane. In questi 12 giorni l’economia ha vissuto momenti difficili, i commercianti ed i produttori, in special modo, sono andati in estrema difficoltà. Hanno dovuto attendere queste due settimane per poter depositare gli assegni con i quali sono stati pagati e che non hanno potuto riscuotere.
Hanno dovuto fare i conti con l’impossibilità di pagare i fornitori o la mancanza di liquidi dei propri clienti per essere pagati. Ed ora sono tutti in fila davanti a filiali bancarie presiedute dai militari per il possibile rischio incidenti e per evitare la calca.
Per evitare la fuga di capitali, anche a banche aperte sono stati disposti dei provvedimenti.
Ci saranno pesanti limitazioni per il prelievo, non si potrà prelevare più di qualche centinaia di euro, giusto per cercare di far riprendere l’economia reale, anche se si pensa che una reale stabilizzazione sia ancora molto lontana. Le misure dei giorni scorsi per evitare fughe di capitali, però, non sono state perfette. Infatti, molti risparmiatori, soprattutto i magnati russi che nell’isola off-shore avevano depositato la propria fortuna, sono riusciti a portare fuori dall’isola i propri capitali per evitare il salasso del prelievo forzoso.
Sono stati usati vari cavilli legali per portare i propri soldi fuori dall’isola, per esempio si registra che molti capitali depositati presso la Laiki Bank sono stati prelevati nella filiale londinese della stessa. Altri soldi sono stati spostati attraverso i prelievi e trasferimenti per motivi umanitari.
Il caso più strano e paradossale riguarda l’accordo firmato da tre banche cipriote, Bank of Cyprus, Laiki Bank ed Hellenic Bank, con l’istituto greco Piraeus Bank, accordo che prevede l’acquisizione delle filiali cipriote dei tre istituti da parte della banca greca. Paradossale visto che la banca greca vive nel sistema bancario più disastrato del pianeta, la cui economia è in recessione per il sesto anno consecutivo.
L’accordo è stato firmato per 524 milioni di euro in contanti, contanti che provengono soprattutto dagli aiuti di BCE ed FMI. Con questa operazione, la Piraeus Bank diventa il secondo gruppo bancario dell’isola, gestendo un patrimonio di 95 miliardi di euro, con 50 miliardi di depositi e 74 miliardi di prestiti. Con questa operazione, i correntisti delle tre banche sono ora salvi dal prelievo forzoso sui conti correnti, visto che con questa operazione il proprio deposito ha cambiato nazionalità.
Intanto la popolazione sembra ancora essere confusa da quanto sta succedendo. Una parte è grata all’Unione Europea e al governo per un’operazione che vuole stabilizzare il sistema cipriota, da una parte si denuncia un taglio dell’economia cipriota e della propria indipendenza. Infatti il 25 marzo, giorno in cui si festeggia l’indipendenza greca, molti studenti sono scesi in piazza per dire no al piano di salvataggio dell’UE, denunciando di voler trattare Cipro come la Grecia. Molti cori, infatti, dicevano proprio “Giù le mani da Cipro”.
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Ieri, in una dichiarazione serale presso la tv pubblica, il Presidente Anastasiadis ha dichiarato: “troveremo e puniremo coloro che ci hanno portato in questa situazione. Sarà svolta un indagine approfondita – dice il presidente – per individuare i responsabili delle decisioni che hanno messo in pericolo il sistema bancario”. Parlando poi delle dell’accordo con l’UE, ha dichiarato che è un accordo “duro”, ma il “meglio che si potesse ottenere”.
[ad]Dall’UE, nel frattempo, sono ieri arrivati ben 5 miliardi di euro in contanti per concedere liquidità alle filiali bancarie. La Commissione Europea, che guarda alla situazione cipriota con preoccupazione “seguirà passo passo l’attuazione del piano per il salvataggio di Cipro”, afferma in una nota. E intanto si rivolge alla Lettonia che, se vuole entrare a far parte della zona euro, non deve essere il prossimo paradiso dei magnati russi per sostituire proprio Cipro. Intanto Putin ieri ha raggiunto un accordo con Cipro per rinegoziare al ribasso il tasso di interesse del prestito di 2.5 Miliardi del 2011.
Francesco Di Matteo