Stallo politico, assenza di riforme strutturali, crisi di Cipro, sono tutti punti che mettono l’Italia in “pericolo”, di nuovo, dal punto di vista finanziario. I fondamenti dell’economia non fanno sperare in meglio, lo spread si sta risvegliando, il tutto aggravato dallo stallo politico uscito dalle urne.
[ad]I dati peggiori arrivano dal rapporto dell’OCSE, esposto dal capo economista Padoana. Secondo il rapporto, che analizza l’andamento delle economie nel breve-medio periodo, l’Italia perderà un ulteriore 1.6% su base annua nel primo semestre del 2013.
La recessione poi continuerà anche nel secondo semestre, nel quale l’economia dovrebbe recedere di un altro punto. Una leggerissima ripresa, quindi, viene slittata a fine 2013, ma solo se si procederà con le riforme necessarie a far ripartire l’economia reale e l’occupazione.
In confronto all’Italia, anche la Francia perderà nel primo semestre, ma solo dello 0.6%, procedendo con una ripresa del 0.5% nel secondo semestre del 2013. L’Italia, quindi, diventa la peggiore economia dell’area G7, area nella quale si registrano, anche se piccoli, segnali di ripresa economica. A Parigi, dove Padoana ha esposto il suo rapporto, lo stesso economista ha auspicato una politica monetaria della BCE più “accomodante” alle richieste dei Paesi in difficoltà, poiché non vi è un reale pericolo di inflazione incontrollata visto il difficile “contagio” della politica monetaria, soprattutto nei Paesi periferici, dove il sistema bancario trova più costoso finanziarsi. Una buona notizia per l’Italia però c’è, e arriva dallo stesso rapporto che afferma che “le riforme strutturali di Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda porteranno ad una leggera ripresa alla fine del 2013”.
Ma la ripresa del PIL, secondo Squinzi, passa necessariamente per il sostentamento della domanda aziendale. Squinzi, presidente di Confindustria, denuncia per l’ennesima volta i ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, accusandole di “frenare lo sviluppo del Paese”.
Il capo degli industriali, infatti, denuncia un credito totale di circa 50 miliardi di euro, denaro che potrebbe essere una manna per tutti gli imprenditori per far ripartire le proprie imprese. Altra denuncia che lo stesso Squinzi fa è lo stallo politico. “Lo stallo politico attuale – afferma Squinzi – blocca tutte le riforme che servono al Paese per riprendersi”.
L’imprenditore, poi, afferma di avere la massima fiducia in Giorgio Napolitano, che deve trovare una soluzione, anche se deve imporre un “governo del Presidente” per far sì che si sblocchi il processo di riforme e che si reperiscano i soldi per pagare le aziende.
E mentre i fondamentali economici non danno buone notizie, lo stallo politico e la crisi di Cipro danno il colpo di grazia all’economica. Infatti è da collocare a loro la responsabilità della salita dello spread, che attualmente viaggia a quota 360 punti base rispetto ai bund decennali tedeschi, raggiungendo i valori di Ottobre 2012.
Gli analisti, infatti, dichiarano che la “mancanza di un governo pronto ad attuare le dovute riforme e l’impatto sull’economia europea della crisi cipriota si sta abbattendo sui debiti dell’eurozona”. La paura degli investitori è che, anche se l’economia di Cipro non è imponente, questa possa finire fuori dal controllo degli organi di garanzia europei ed abbattersi sulle economie più deboli, come Spagna e Italia. Gli stessi, inoltre, affermano che tale conseguenza può essere scongiurata solo se l’Italia si dà un governo il prima possibile e che attui le giuste riforme economiche.
Francesco Di Matteo