Dopo l’esito negativo del tentativo di Bersani di formare un governo, nel Pd cominciano a registrarsi i primi, espliciti, malumori.
[ad]Si era già capito il giorno dopo le elezioni che la partita giocata da Bersani sarebbe stata tutta in salita. Consapevolezza aumentata dopo che, per un mese, il segretario del Pd ha teso la mano al Movimento 5 Stelle e , in cambio, ha ricevuto da Grillo una buona dose di insulti.
La giornata di ieri, infine, ha sostanzialmente certificato il fallimento del segretario, il quale, però, almeno formalmente, non si da ancora per vinto: la nota del Quirinale, infatti, parlava di un non meglio definito “preincarico congelato”, e una successiva nota del Pd ha precisato che Bersani non ha ancora rinunciato.
È proprio l’ostinazione del segretario che è causa di più di un malumore, soprattutto tra i renziani: “Non si capisce bene cosa significhi quello che sta accadendo – ragiona Paolo Gentiloni – e mi ripeto: tifo Bersani fino a quando sarà in campo. Però poi, la linea del segretario sarà archiviata dai fatti e il Pd dovrà assecondare in pieno gli sforzi del presidente della Repubblica”.
Tace, per ora, Matteo Renzi, che saggiamente ha evitato di presentarsi all’ultima direzione per non esporsi e perché, se avesse preso la parola, avrebbe probabilmente attaccato la strategia del segretario. Tuttavia è evidente che nel Pd sta per cominciare la conta, e il sindaco “rottamatore”, come ha già detto, è pronto a candidarsi alla premiership quando si andrà a votare. Non subito: precisa Dario Nardella, l’ex vice sindaco di Firenze, renziano, preoccupato per la strada che il partito ha imboccato, per l’oscillazione tra i 5Stelle e le larghe intese. “Ora siamo davvero al giro di boa – ribadisce Nardella – non c’è da perdere tempo”. Anche Francesco Boccia afferma che “occorre affidarsi a Napolitano, che il Pd non può chiudere gli occhi e non decidere, nella malaugurata ipotesi che per Bersani la strada sia impedita davvero”.
Come spesso accade, le parole più pertinenti sono quelle di Laura Puppato, che fa da tramite tra Pd e M5S e si augura un governo che , guidato da un tecnico o da un politico, sia autorevole e possa operare per il bene del paese: ”Prendiamo atto che i numeri non ci sono, e a questo punto facciamo un passo di lato, però ci auguriamo che ci si renda conto che il paese non può attendere”.
Alessandro Genovesi