L’estrema destra francese strizza l’occhio a Grillo e al suo Movimento
L’estrema destra francese strizza l’occhio a Grillo e al suo Movimento. “Se Grillo vuole incontrarmi può chiedermelo. Dobbiamo prendere coscienza che le forze euroscettiche che vogliono il cambiamento devono incontrarsi” ha dichiarato oggi la leader del Fronte nazionale Marine Le Pen. “Penso che non si possono risolvere le cose con quelli che le hanno create” ha aggiunto Le Pen, dicendosi in sostanza d’accordo con la decisione di Grillo di non allearsi con nessuno dei partiti esistenti in Italia.
[ad]Per Le Pen “ora in Italia gli euroscettici sono maggioranza. Anche Silvio Berlusconi ha cambiato la sua posizione molto filo europeista, che era simile a quella di Sarkozy. Anche se magari lo ha fatto con malizia”.
Intanto il capogruppo al Senato dei Cinque Stelle Vito Crimi, in un post su Facebook, commenta la decisione di Napolitano di affidare a dei saggi la formulazione di riforme urgenti per il Paese: “Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell’attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime diprorogatio. Qual è il senso, il non senso, anzi, dell’iniziativa del presidente? – si chiede Crimi – Anche se inizialmente poteva indurre l’impressione di una svolta verso la detronizzazione della casta politica, la scelta di Napolitano non è altro che un’ulteriore conferma della cecità che ha colpito la classe politica: ancora non ha compreso il risultato di queste elezioni”. Per Crimi “i gruppi ristretti indicati dal presidente, di ‘saggio’ hanno ben poco, e di politico hanno tanto. Altro non sono che la perfetta sintesi della realtà di partito che non vuole saperne di liberarci della sua presenza, ed alla quale gli elettori, con il voto di febbraio, hanno già detto addio. Questa scelta dimostra che il sentimento degli elettori è ben lungi dall’essere compreso, e rende ancor più chiara la volontà della classe politica a proseguire nel solco della casta, riproponendo Violante, colui che nel 2003 svelò senza vergogna né pudore l’inciucio con Berlusconi, ed ancora oggi gode degli assurdi privilegi riservati agli ex presidenti delle Camere”.