Scrive Giuseppe Civati, deputato del Partito Democratico, “se proprio devo sacrificare qualcuno sacrifico Berlusconi, non Bersani. O Prodi.” Poi una domanda retorica “perché mai dobbiamo sempre aiutare Berlusconi. E se non lo facciamo noi, troviamo qualcun altro dispostissimo a farlo”.
[ad]Sulla seconda questione che tiene banco nell’agenda politica cioé l’elezione del Presidente della Repubblica propone: “possiamo eleggere un Presidente della Repubblica (e magari anche un premier) di alto profilo, libero dai condizionamenti della Seconda Repubblica, che voli alto, al di sopra di ogni inciucio. Che faccia o permetta di fare tutte quelle cose che, soprattutto per colpa di Berlusconi (ma perché cazzo non lo diciamo? Siamo diventati deficienti?), in questi vent’anni non sono state fatte. Anzi, in molti casi, si è fatto proprio il contrario di quello che avremmo dovuto.”
Nello stesso intervento Civati chiede al Partito Democratico maggiore determinazione per spiegare che l’arrivo di Monti, la necessità dell’Imu, la legge elettorale ed il problema sottovalutato della corruzione sono precise responsabilità politiche da addossare del Popolo della Libertà. Il frutto della ostinazione e dell’ostilità del centrodestra e delle forze politiche con la maggioranza nelle due Camere (soprattutto alla Camera) prima del voto dello scorso febbraio.
Secondo Civati la formula del “sono tutti uguali” è il risultato del non (saper) fare cose diverse. Per Civati nelle prossime settimane il Partito Democratico ha la sua “ultima occasione”.