Frankezze. tendenze degli ultimi anni in fatto di moda parlano chiaro: il casual studiato, l’anticasta, gli aspiranti predicatori in cerca di pulpito dettano la linea. Non ci siamo fatti cogliere impreparati, d’altronde la moda ha bisogno di bravi soldatini.
[ad]Eppure al fondo di ognuno resiste un pensiero che rifiuta di farsi addomesticare e pettinare. Indossiamo abiti radical chic, ma questo non ci impedisce di far scorta di jeans in offerta dai cinesi. Al cinema cerchiamo sempre un film che sia di nicchia quanto basta per non farci rimpiangere comunque il prezzo del biglietto. Eppure, davanti alla locandina dell’ultimo cinepanettone un dubbio ci attanaglia: e se poi magari dovesse piacerci?
Frankezze racconta questo sorta di lato oscuro del nostro essere singoli (e) parte di una comunità, attraverso vignette, post che parlano di attualità politica, società, di cinema e musica. “Il nostro punto di forza , stando agli esperti del bar sotto casa, è la grafica”, tengono a precisare.
Peraltro Frankezze ha fatto del ricorso ad autorevoli e versatili opinion leader il suo punto di forza: quanti altri blog possono vantare la prestigiosa collaborazione di penne quali quella di Fernetfranko, Frank Catrame, Franksinatras, Capannelle e Frank Ameba?
Così, navigando tra le pagine di Frankezze capita che ti scappi da ridere, capita di ritrovarsi nella generazione dei jeans a cinque euro di Wong. Capita anche di aver paura, immaginando quali anni racconteremo ai nostri figli, e masticarsi le guance di amarezza a leggere la storia di Franko Rario.
E non da ultimo, in un momento in cui tutti si sgolano a dichiararsi sensibili e attenti alle esigenze della celeberrima casalinga di Voghera, come anche dell’esodato (senza dimenticare i piccoli e medi imprenditori), davanti a chi come loro, non ha paura di dichiararsi “nemico delle casalinghe, amico di tutti gli spacciatori di crack precari, debole coi forti e forte con i deboli, Frankezze è un blog amico della casta”, capita quasi di provare un senso di sollievo.