Trattativa Stato-Mafia. “Anche questo fa parte del lavoro che ho scelto di fare, sono sereno”. Le parole di Nino Di Matteo, PM del processo sulla trattativa Stato-Mafia che è stato vittima di minacce tramite missiva anonima di “amici romani di Matteo”.
[ad]Il riferimento è a Matteo Messina Denaro, ultimo grande latitante di Cosa Nostra. La missiva, inviata al procuratore di Palermo, Francesco Messineo, e all’aggiunto Vittorio Teresi.
A Palermo sembra che il detto “la storia insegna” sia stato dimenticato. Sembra di vivere l’aria pesante di 20 anni fa, quando i giudici Falcone e Borsellino furono i martiri di una strategia stragista della Mafia. E’ questo il clima che si vive nel capoluogo siciliano all’indomani della lettera arrivato a Francesco Messineo, procuratore di Palermo.
La lettera dice che a Maggio è prevista “una carica di tritolo” per il PM Nino Di Matteo, punta di diamante dell’accusa nel processo sulla trattativa Stato-Mafia dopo l’abbandono di Ingroia per l’infelice esperienza politica con Rivoluzione Civile.
La lettera dice che “gli amici romani di Matteo (Messina Denaro, ndr) hanno deciso di sfruttare lo stallo politico come in passato per far fuori il PM di cui conosciamo itinerari fissi e movimenti”. La commissione che si occupa della sicurezza dei PM è subito corsa ai ripari, rafforzando la protezione di Di Matteo. Sono state aggiunte due nuove auto blindate e due nuovi agenti, il tutto mentre è stato imposto l’obbligo di indossare i giubbotti anti proiettili per tutta la scorta.
La mossa serviva per intimidire Di Matteo, che però sembra essere sereno. “E’ il lavoro che ho scelto, e questo fa parte del lavoro”, dice un sereno Di Matteo. Il magistrato, completamente isolato dalla politica che lo attacca per le indagini, ma anche dalla stessa magistratura.
“Di Matteo è isolato, il clima non è favorevole all’esterno anche a causa di quello scandaloso procedimento disciplinare a suo carico”, sono le parole di Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo. Teresi si riferisce al procedimento avviato dal Procuratore Generale della Cassazione per la conferma al periodico Panorama dell’esistenza di intercettazioni che coinvolgevano il Capo dello Stato.
“Ciò che sta accadendo al Pm palermitano Nino Di Matteo è sconcertante. La storia, evidentemente, non ha insegnato nulla a questo Paese. Quando si aprono crisi politiche e istituzionali a qualcuno serve versare del sangue innocente e far passare in secondo piano le verità scomode” dice Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea.
Solidarietà e sostegno arrivano da Antonio Di Pietro. “Oggi più che mai voglio esprimere tutta la mia solidarietà nei confronti del PM di Palermo”, dice l’ex presidente dell’Italia dei Valori. Parole di conforto anche da Grillo, che dal suo blog “esprime profonda solidarietà al magistrato e chiede che lo Stato si impegni a proteggere lui e quanti altri cercano verità e giustizia”.
La lettera recapitata a Palermo oltre a Di Matteo estende la minaccia ad “un PM di Caltanissetta che spesso torna a Palermo”.
Francesco Di Matteo