La Lega torna a Pontida dopo essersi presa un anno sabatico, causa scandalo Belsito e rimborsi elettorali, e torna piena di dubbi e divisioni all’interno. Tutti lo pensano ma nessuno lo dice. Eppure tira aria di resa dei conti. Resa dei conti che però non c’è stata a parte qualche striscione pro Bossi e contro Maroni raffigurato come Pinocchio. Il sindaco di Verona, Tosi, fedelissimo del segretario leghista, è stato contestato più volte durante il suo intervento. La fazione veneta, rimasta attaccata al Senatur, si fa sentire. Nei conciliaboli privati dei militanti si invoca la scissione. Ma non avverrà. Bossi sul palco incita a “stare uniti”. “Non ho fatto la Lega per distruggerla – afferma il Senatur – Semmai serve migliorarla”. Bossi aggiunge però che “chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo. Bisogna risolvere i problemi di democrazia all’interno della Lega”.
[ad]Prima dell’intervento di Maroni, parla un altro fedelissimo del segretario, Matteo Salvini: “Noi siamo qui e la risposta è la gente: se qualcuno ha voglia di dividere si autoesclude. Sul prato ci sono leghisti non ‘bossianì e ‘maronianì; lasciamo ai giornali queste cose”. Salvini passa poi la parola a Maroni che temeva una forte contestazione che però rimane sotto le ceneri. “Non siamo qui per scherzare. Questa è una giornata che segna una svolta storica – urla il segretario – La Lega è immortale”. Maroni allontana poi le voci di una possibile scissione del partito attaccando i giornalisti: “Andate tutti a quel paese giornalisti di regime, noi siamo tutti qui per il nostro progetto: prima il nord”. Per scaldare la folla il segretario tira fuori dal cilindro lo slogan sempre caro ai leghisti: la Padania. “Abbiamo una strategia che passa dalla conquista delle regioni del Nord per realizzare il nostro grande sogno: la Padania, la grande regione del nord”. Infine Maroni sorprende mostrando i diamanti di Belsito che appartengono alla Lega: “Dopo gli scandali siamo riusciti a recuperare, i veri diamanti della Lega sono i militanti. Eccoli qui i diamanti di Belsito”. Dopo l’exploit Maroni non si dimentica di attaccare Roma “ladrona”. “Se serve, faremo la guerra a Roma e al governo: servirà ve lo assicuro – dichiara il segretario del Carroccio – Hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del sud che non li hanno. I nostri comuni i soldi li hanno. Ecco il grande inganno del governo che deve andare subito a casa”.