Le borse temono un’Europa troppo vulnerabile
Settimana in calo per le Borse europee trascinate dai timori che l’Europa non sia in grado di risolvere i propri problemi. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha escluso che si possa procedere a un qualche tipo di allentamento quantitativo e che l’unica strada sono le riforme. Come ormai sappiamo, quando si parla di riforme si parla di austerità, nonostante sia conclamato che in recessione l’austerità porti solo ulteriore recessione. I popoli d’Europa cominciano ad essere stanchi, e i governi sempre più insofferenti.
[ad]Paesi come Spagna, Francia e Paesi Bassi hanno richiesto tempi più lunghi per rientrare dal deficit, ottenendo comunque un no dalla UE. Il risultato più probabile? I Paesi sforeranno ugualmente, nonostante le ulteriori e insensate sofferenze imposte alla popolazione. E saremo punto e a capo per il terzo anno consecutivo. In settimana, il Portogallo, attraverso la sua Corte Costituzionale, ha bocciato la finanziaria anche per via delle sofferenze che voleva imporre alla popolazione. L’Europa continua a fare la cosa giusta solo quando è l’ultima cosa rimasta da fare.
E l’Italia? In Italia ci sarebbe bisogno di un governo in grado di dire che «vogliamo sforare un po’ per investire» poiché il governo Monti (spremendo il sangue dai contribuenti) è riuscito a portare il bilancio a pareggio strutturale, caso praticamente unico in Europa. Senza un governo in grado di protestare con forza (e non può farlo un governicchio monco come quello di Monti, serve un governo vero) l’unica cosa che otterremo sarà corda per impiccarci.
Passiamo alla agenda macroeconomica: lunedì il dato più interessante sarà quello della produzione industriale in Germania si prevede una crescita frazionale su base mensile dopo lo 0% precedente.
Martedì gli analisti si aspettano che l’inflazione cinese rallenti su base mensile a -0,6% e su base annua da 3,2% a 2,4%. Il Regno Unito dovrebbe vedere attenuarsi la caduta della sua produzione industriale.
Mercoledì sarà invece la volta delle produzioni industriali di Francia, Spagna e Italia. Su base mensile dovrebbe crescere la Francia con uno 0,4% per cento mentre l’Italia dovrebbe calare secondo gli analisti dello 0,5%. La Spagna invece dovrebbe vedere un calo del 4,7% su base annua. Sono poi previsti in asta BOT italiani a 12 e 3 mesi e Schatz tedeschi a 2 anni.
Giovedì sarà tempo di inflazione per la Germania: i prezzi al consumo dovrebbero confermarsi sullo 0,5% su base mensile e del 1,4% su base annua. Nonostante siano livelli bassissimi, probabilmente per i politici tedeschi continuerà a trattarsi di una cifra esorbitante, rimanendo d’ostacolo ad ogni forma, anche lieve, di alleggerimento monetario, nonostante non vi sia traccia né speranza d’inflazione in un’economia tanto depressa. Come ogni giovedì conosceremo le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che dovrebbero risultare in calo 365.000 da 385.000.
Venerdì conosceremo il dato dell’inflazione italiana su base mensile dovrebbe essere confermato l’aumento dello 0,3% come pure su base annua all’1,7%. Il dato più importante proveniente da oltreoceano sarà invece quello delle vendite al dettaglio che dovrebbero risultare in rallentamento, ma leggermente positive (+0,1%) su base mensile, sia in totale sia prendendo solo in considerazione i beni essenziali.