Movimento 5 Stelle: clamorosa forma di protesta quella minacciata da Beppe Grillo e dai parlamentari del Movimento. Domani potrebbe infatti scattare l’occupazione dell’Aula della Camera e “iniziative eclatanti” si preannunciano anche a Palazzo Madama, come fa sapere il senatore grillino Maurizio Buccarella.
[ad]Una protesta che i grillini, parafrasando gli hashtag di Twitter, potrebbero chiamare #occupyMontecitorio. Ma perché i parlamentari del M5S vogliono occupare le Camere?
L’obiettivo è ottenere subito la convocazione delle commissioni parlamentari permanenti, senza aspettare la formazione del nuovo Governo che consentirebbe ai partiti di decidere lo scacchiere dei ruoli chiave, cioè delle presidenze e delle vicepresidenze avendo presenti i rapporti di forza.
E a chi dice che, per formare le suddette Commissioni, sia necessaria la preventiva formazione di un Governo, risponde l’ex presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick: “In questo momento è prioritario non paralizzare le Camere. Sia nei regolamenti di Camera e Senato sia nella Costituzione non c’è nulla – dice – che in merito alle Commissioni faccia riferimento a un problema di maggioranza e minoranza”.
Sono settimane che i parlamentari e vertici del movimento di Beppe Grillo chiedono l’avvio delle Commissioni spiegando che non c’è bisogno che ci siano una maggioranza e un’opposizione e che è giusto che gli eletti del popolo lavorino e facciano partire il Parlamento a tutti gli effetti.
In un documento del Movimento consegnato alla stampa in settimana alla Camera, si sottolinea che, analizzando la Costituzione agli articoli 72, 64 e 94 e le norme del Regolamento della Camera dei Deputati agli articoli 19 e 20, “si evince che l’unico requisito per la Costituzione delle Commissioni permanenti è la proporzione tra i gruppi parlamentari”.
E non ci sarebbe alcun riferimento alla proporzione tra maggioranza e opposizione neanche per l’elezione dei presidenti di commissione. Sempre nello stesso documento vengono citati, proprio per rafforzare il concetto che le commissioni si possono formare, i precedenti del 1976, del 1979 e del 1992.
Alessandro Genovesi