Juve vs Bayern Monaco, il giorno dopo. Quattro reti subite, zero goal fatti. Questo il crudele dato che arriva da Juventus-Bayern Monaco, quarto di finale di Champions League.
[ad]Troppo forti i tedeschi per una pur volenterosa vecchia signora. Vale la pena sottolineare il bell’applauso dello Juventus Stadium a fine partita nonostante l’eliminazione. Consuetudine in Europa applaudire la propria squadra quando si è sconfitti, rarità nell’Italia degli ultrà e degli scontri.
Anche in questa edizione della più importante manifestazione calcistica europea nessuna squadra italiana approda alle semifinali. La coppa dalle grandi orecchie se la contenderanno le tre grandi potenze del calcio europeo di questi anni: Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco ed in versione “new entry” il Borussia Dortmund.
Il quadro emerso ci trasmette uno spread davvero elevato tra i club nostrani e le grandi potenze del calcio europeo. Un differenziale che non è espressione solo dei valori tecnico-tattici espressi sul rettangolo di gioco, ma trova le sue ragioni d’essere nella pianificazione, nella progettazione e nel merchandising.
La squadra bavarese è frutto di una esemplare struttura economico-dirigenziale. Bilancio in attivo da oltre venti anni, stadio di proprietà, lavoro proficuo sul settore giovanile che negli anni ha portato alla ribalta tra gli altri il capitano Lahm, il centrocampista Schweinsteiger e il trequartista Muller.
Tutti elementi imprescindibili per mister Heynchess. Ancora più chiara è la situazione se si analizzano i dati: il bilancio consolidato dell’FC Bayern München AG, società che comprende il club e l’azienda che gestisce l’Allianz Arena ha avuto un fatturato di € 373 milioni, il più alto mai raggiunto nella storia del club. Il risultato operativo è stato di € 86 milioni con un incremento di € 23,7 milioni in più rispetto allo scorso anno.
Se si considera, invece, la sola società di calcio professionistico del Bayern Monaco, il bilancio di esercizio è stato più che soddisfacente: con un fatturato di € 332 milioni e un incremento del 14% in più rispetto all’esercizio precedente. I ricavi totali sono stati 373.4 milioni di euro. Il 24,7 % di questi proviene da sponsorizzazioni e marketing (82,3 milioni di euro) , mentre l’11,3 % proviene dai diritti Tv (37,6 milioni) e ben 57,4 milioni sono entrati grazie al merchandising. In base a questi dati la società potrà versare la cifra record di 5,5 milioni come dividendo.
La Juve, squadra che si sta apprestando a vincere il secondo tricolore consecutivo, invece ha una situazione completamente differente: al 30 giugno 2012 la società bianconera è in rosso di 48,7 milioni. Nel 2011 le perdite ammontavano a ben 95 milioni. I ricavi pur in aumento del 24,2% si fermano a 199 milioni (174 milioni di euro in meno rispetto all’avversaria di Coppa).
I numeri nella loro brutale essenzialità ci mostrano che nel calcio come nella politica, nell’economia ma anche nella società stessa, l’Italia deve cambiare marcia rapidamente ed immediatamente se vuole competere a livello europeo e mondiale.
Umberto Zimarri