A proposito della vittoria di Massimo Zedda a Cagliari
Massimo Zedda è il nuovo sindaco di Cagliari. A designare la vittoria del candidato del centrosinistra, al ballottaggio di domenica 29 e lunedì 30 Maggio, è stata una larga parte dell’elettorato cagliaritano. L’esito del primo turno lasciava aperta la sfida. Il vantaggio di Zedda rispetto al candidato del centrodestra Massimo Fantola era pari a 411 voti per una percentuale inferiore al mezzo punto (0,45%). In quindici giorni il vantaggio da esiguo si è trasformato in larghissimo. I quattrocentoundici voti sono diventati sedicimila. Niente più testa a testa. Lo stesso Fantola ha chiamato Zedda per complimentarsi appena poco dopo l’inizio dello scrutinio.
[ad]Restava da chiarire il rischio della cosiddetta possibile “anatra zoppa” dovuta ad una eventuale maggioranza in consiglio comunale dei partiti del centrodestra. Al primo turno infatti i partiti a sostegno di Fantola avevano raccolto più del 50%. A decidere di assegnare comunque alla coalizione a sostegno del vincitore Zedda è stata comunque la Commissione elettorale del comune, sulla base di sentenze del Consiglio di Stato su analoghi casi avutisi in passato.
Come si spiega dunque una così larga vittoria di Zedda e del centrosinistra? Le altrettanto schiaccianti vittorie a Napoli e Milano dimostrano la presenza di un fattore nazionale. Tutti gli osservatori hanno analizzato l’ultimo turno di elezioni amministrative come una sonora sconfitta del centrodestra. A Cagliari inoltre, proprio come a Milano, si è aggiunta la spinta di un candidato uscito vittorioso alle primarie. A Zedda va il merito di aver saputo coinvolgere e mobilitare i più giovani: gli stessi festeggiamenti a margine della vittoria di Zedda testimoniano un insolito entusiasmo tra i più giovani. C’è da ricordare come a Cagliari, prima delle scorse elezioni, abbia governato per quasi due decenni il centrodestra. Ed anche in tempi di Prima Repubblica, fatta eccezione per le brevi parentesi di due sindaci socialisti, la sinistra non aveva mai governato.
L’impressione più generale è che a gioire per le vittorie di Zedda a Cagliari, de Magistris a Napoli e Pisapia a Milano non sia stato (solo) il cosiddetto popolo di centrosinistra delle vittorie de L’Ulivo. C’è anche quello. Ma c’è soprattutto un movimento di persone (giovani e non) che per diversi anni si sono dis-connesse dalla politica. Oggi si connettono – il riferimento al verbo che si coniuga con Internet non è affatto casuale – ma ancora ad intermittenza. Si connettono quando a rappresentare la sinistra ci sono figure credibili. Meglio ancora se selezionate con criteri di scelta trasparenti come le primarie.
Nel precedente articolo sulle elezioni a Cagliari ho scritto che la vittoria avrebbe proiettato Massimo Zedda di diritto all’attenzione della platea nazionale. E difatti all’indomani del ballottaggio c’è addirittura chi inizia a segnalare una vaga somiglianza con un’icona della sinistra come Enrico Berlinguer. Presto per arrivare a tanto. Basti il fatto, per ora, di aver iscritto un altro nome nuovo nella lista di amministratori di centrosinistra forti di un notevole consenso popolare.
Giuseppe Spadaro