Nucleare: il problema delle scorie radioattive (II)

Pubblicato il 11 Giugno 2011 alle 09:20 Autore: Matteo Patané
nucleare

[ad]Non esiste, quindi, una soluzione definitiva. Non si riescono ad immagazzinare le scorie in posti sufficientemente sicuri, in termini di qualità e durata dello stoccaggio. Non si possono allontanare dalla biosfera senza correre rischi tremendi. Non si riescono a trasmutare in elementi meno pericolosi in maniera economicamente vantaggiosi.

Resta una possibilità, che non annulla le giacenze del passato ma permetterebbe quantomeno di non aggravare il problema: non produrre scorie. Il che non significa rinunciare del tutto al nucleare. I reattori al torio, se adeguatamente costruiti, sono in grado di evitare la produzione di materiali transuranici, ovvero la frazione più pericolosa delle scorie. La fusione nucleare, fredda o calda che sia, è estranea al problema dei rifiuti radioattivi. Il nucleare può essere veramente la soluzione definitiva ai problemi energetici dell’umanità, ma di certo non il nucleare di oggi, non il nucleare che si vorrebbe riportare in Italia, che al contrario assomiglia sempre di più ad una spada di Damocle sospesa sulle teste dell’intera umanità.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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