Volano gli stracci dentro la Lega Nord. Negli ultimi dieci giorni, in Via Bellerio, è successo di tutto e di più. Tutto è iniziato domenica scorsa, durante il consueto appuntamento annuale di Pontida, quando un gruppo di leghisti, rimasti fedelissimi a Bossi, ha contestato il segretario Maroni. La reazione del gruppo dirigente maroniano è stata durissima: pochi giorni fa Flavio Tosi, segretario della Liga Veneta, ha espulso ben 35 uomini del Senatùr, scatenando un vero e proprio parapiglia, con conseguenti insulti, pugni e calci tra maroniani e bossiani, e con lo stesso Tosi costretto a fuggire scortato dai carabinieri.
[ad]Ovviamente, in un clima simile, non si può non parlare di scissione. Umberto Bossi però getta acqua sul fuoco: “La Lega non sarò io a romperla”. Quanto alla vicenda del supposto deposito presso un notaio dell’atto di nascita di un nuovo partito, Bossi invita a chiedere spiegazioni “a Leoni, è andato lui mica io dal notaio, e ci è andato per un giornale di una associazione culturale”.
Il fondatore del Carroccio frena anche sull’ipotesi di un’espulsione dal partito dell’ex capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni: “Qui si fa una tempesta in un bicchier d’acqua”. L’espulsione “deve passare dalla commissione in cui si siamo io, Maroni e Calderoli e quindi l’affronteremo”.
Intanto, lontano dal Veneto, interviene anche Roberto Calderoli per smorzare le polemiche su un’ipotetica scissione della Lega evocata dall’espulsa Paola Goisis. “Non credo che Bossi lascerà il movimento – dice – la Lega è la sua vita. Certo, ogni tanto possono girargli le balle. Ma quello è fisiologico: girano a tutti prima o poi”. A suffragare questa tesi ci pensa un altro maroniano di ferro, vale a dire Matteo Salvini, segretario lombardo del Carroccio, che avverte: “al momento gli iscritti lombardi alla Lega sono 25mila e noi lavoriamo per raddoppiarli in un mese ed è il modo migliore per rispondere agli attacchi”. Non risparmia però una frecciata ai bossiani:” Uomo avvisato mezzo salvato. Noi avevamo dato due o tre avvisi: se loro vanno dritti per la loro strada alla fine si autoescludono dalla Lega”.
Equidistante, infine, il commento di Luca Zaia, governatore del Veneto, che invita al dialogo e non alla logica delle espulsioni: “Bisogna mettere assieme i cocci del partito – avverte – che rischia la deflagrazione facendo solo danni: dobbiamo pensare alla gente e non alle divisioni interne”.
Sarà, però un dato di fatto è certo: dopo lo scandalo di Belsito e Renzo Bossi, che ha travolto il partito pochi mesi fa, portando alla distruzione del cosiddetto “cerchio magico”, l’aria nella Lega è sempre più irrespirabile.