Rassegna stampa Tp: Suicidio collettivo per un Pd allo sbando
La rassegna stampa odierna apre con la giornata drammatica vissuta ieri dal Partito Democratico. Romano Prodi, il candidato scelto dal Pd dopo la bocciatura di Marini alla prima votazione, è caduto nella trappola dei franchi tiratori appartenenti al centrosinistra. Un segnale di spaccatura ormai insanabile nel Pd tanto che in serata sono arrivate le dimissioni da presidente di Rosi Bindi, il ritiro di Prodi che ha attaccato il suo partito e le dimissioni per ora congelate di Bersani. Proprio il segretario dei democratici ha accusato il colpo e ha tuonato: “Uno su quattro in questo partito è un traditore”. La situazione adesso si fa sempre più instabile. Con un Pd diviso in correnti sarà difficile trovare un nome condiviso per il Quirinale. I nomi forti ora sono il ministro Anna Maria Cancellieri, proposto da Monti e Stefano Rodotà, sponsorizzato dal M5s.
[ad]Rassegna stampa Tp. Il Corriere titola: “Prodi affonda, Bersani lascia e accusa” e commenta: “Il partito che divora i fondatori” e “Brucia anche Renzi nel falò delle vanità”. Intanto “Berlusconi chiede aiuto a Napolitano”. Avvenire: “Come una guerra”. Il Fatto Quotidiano caldeggia: “Rodotà” e parla di “Suicidio collettivo del Pd”. Il Giornale: “Il pd impallina anche mortadella. Salta il partito” e “Prodi non sarà mai il nostro presidente” e ancora: “Scheda bianca contro il suicidio Rodotà”. Vittorio Feltri commenta: “Un’isola di goduria in mezzo alla palude”. Il Mattino parla di “suicidio della tattica senza visione”. Il Messaggero attacca: “Il Paese in mano agli impresentabili”. Il Tempo scrive: “Pietra tombale sulla segreteria democratica”. Libero “Che goduria. Prodi insaccato, Pd spaccato” e commenta: “Il rottamatore viene rottamato dal suo tatticismo”. Il Manifesto titola: “Da capo” con la foto di Rodotà sullo sfondo. La Padania parla di “Waterloo della sinistra”. Repubblica: “Disastro Pd”. Il Secolo XIX chiede che ora “non venga intralciato il rinnovamento”. Il Sole 24 Ore chiede “un nome condiviso”. L’Unità dura: “Immaturità democratica”.