Cosa hanno fatto ieri gli italiani

Pubblicato il 14 Giugno 2011 alle 10:30 Autore: Lorenzo Pregliasco

Analisi TP-EMG sull’instant poll: giovani e laureati in massa alle urne (oltre il 60%), ma quorum raggiunto grazie a persone anziane e meno istruite. Tutti i dati

italiani

Quasi 28 milioni di persone sono andate ai seggi per i referendum. Un risultato che non si raggiungeva dal 1995

Gli elettori più istruiti e i giovani hanno trainato l’affluenza ai referendum verso il quorum, ma anche tra le fasce con titoli di studi bassi e tra gli elettori più maturi l’affluenza è stata molto significativa. Sono i dati che emergono dall’analisi congiunta svolta da Termometro Politico sui dati dell’instant poll EMG (2.800 interviste telefoniche, margine d’errore +/- 1,9%).

In particolare, l’affluenza – pari al 57% in Italia – sarebbe stata del 39% tra gli italiani con al massimo la licenza elementare, ma avrebbe superato il quorum in tutti gli altri segmenti: 57% tra chi ha la licenza media, 63% tra chi ha finito le scuole superiori e addirittura 66% tra i laureati.

La partecipazione al voto al referendum in base al livello di istruzione

Anche l’analisi dei dati per fascia d’età è molto interessante, e sembra confermare la sensazione di una grande mobilitazione tra i giovani: sotto i 25 anni si registra un afflusso alle urne notevolmente maggiore (addirittura il 64%), come pure tra i 35 e i 44 anni (63%); appena inferiori i dati dei 25-34enni (60%) e, un po’ a sorpresa, molto alta anche la partecipazione di 45-54enni (62%) e 55-64enni (60%). Decisamente più bassa, ma comunque abbastanza vicina al quorum, l’affluenza degli elettori più anziani, quelli con oltre 65 anni: 42%.

La partecipazione al voto in base alla fascia d’età

Un altro dato che conferma questa dinamica è quello relativo al tipo di intervista (circa 2.000 elettori sono stati interpellati al telefono fisso, 800 al cellulare): tra gli italiani chiamati sul portatile – tendenzialmente più giovani e urbanizzati – l’affluenza è superiore di quasi un punto e mezzo alla media.

Questi dati ci consegnano le prime basi per un’analisi approfondita del risultato, specie se incrociati a quelli già diffusi da La7 durante lo speciale di ieri relativi all’affluenza per partiti (sarebbero andati a votare il 45% degli elettori del Pdl, il 40% degli elettori della Lega, il 58% del Terzo Polo, il 78% del Pd, l’81% dell’Idv e il 75% di Sel, oltre a un sorprendente 25% di persone che si dichiarano intenzionate a non votare alle elezioni «normali»).

In sostanza, la mobilitazione è stata generale, se è vero che tra i segmenti più «difficili» e meno sensibili ai quesiti referendari – elettori di centrodestra, anziani, persone meno istruite – circa il 40% è comunque andato a votare, facilitando l’ampio superamento del quorum. D’altra parte, le dimensioni del risultato sono state rese possibili dal grande coinvolgimento dei giovani e degli italiani con livelli di scolarizzazione maggiori: e questa è a suo modo una notizia, se è vero che questi settori sembra stiano iniziando, più che a subire i processi di opinione del Paese, a guidarli.