Per Beppe Grillo “La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta”. E per ieri, il portavoce dei Cinque Stelle, intendo sabato, quando Giorgio Napolitano è stato rieletto presidente della Repubblica. Secondo il comico i partiti erano già d’accordo su chi eleggere. “Tutto era stato predisposto con cura. Un governissimo, le sue “agende” Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. Uno tra Amato, D’Alema o Marini avrebbe dovuto essere l’eletto”. Poi è arrivato Rodotà a rovinare il “loro” piano e così ecco sbucare dall’ombra il “piano B”. “Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo”.
[ad]Per Grillo il Movimento 5 Stelle è diventata “l’unica opposizione, l’unico possibile cambiamento”. Il “partito unico” (Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega) si “è mostrato nella sua vera luce”. Poi il reiterato attacco ai partiti: “Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i responsabili della sua distruzione. Governano da vent’anni”. E profetizza: “Entro alcuni mesi l’economia presenterà il conto finale e sarà amarissimo. Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia”. Intanto però Piazza Affari, all’apertura dei mercati, segna un +1,81% mentre la rielezione di Napolitano si riverbera positivamente anche sullo spread che cala di 12 punti attestandosi a quota 284.