Il nuovo sondaggio Emg realizzato per il Tg La7 di Enrico Mentana evidenzia mutamenti particolarmente significativi nelle intenzioni di voto rispetto alla scorsa settimana.
[ad]I dati dell’istituto di Masia vedono ancora in vantaggio la coalizione di centrodestra, che pure incrementa il proprio consenso dal 32,2% al 34,8%.
L’elemento significativo è però rappresentato dal balzo in avanti del Movimento 5 Stelle dal 23,9% al 29,1%, sorpassando la coalizione di centrosinistra, che invece arretra pesantemente dal 30,7% al 26,4%.
Il movimento di Beppe Grillo sarebbe ora primo partito nel Paese, seguito dal Popolo della Libertà che si attesterebbe al 27,1%. Nella coalizione di Silvio Berlusconi sono inoltre segnalate in crescita tutte le altre forze politiche che la compongono: la Lega Nord, ora al 4,1%; Fratelli d’Italia, al 2,1% e la Destra di Storace (0,7%).
Nell’alleanza di centrosinistra si registrerebbe invece il tonfo del PD, a cui viene attribuito il 20,3% dei consensi: perderebbe pertanto 6,6 punti percentuali rispetto alla settimana precedente e sarebbe ora il terzo partito italiano. Crescerebbe invece di due punti Sinistra Ecologia e Libertà, dal 3,2% al 5,2%.
Sempre più vicina all’irrilevanza la coalizione di Mario Monti, che nel sondaggio Emg registra un’ulteriore flessione passando dall’8,1% al 6,4%.
Destino similare per Rivoluzione Civile, la lista che alle ultime elezioni era guidata dal magistrato Antonino Ingroia, ora accreditata dell’1,3%.
Molto significativo è ancora il dato riferito all’astensione: sarebbe intenzionato a disertare le urne il 32,5%, quasi un terzo dell’elettorato e il 3,2% in più rispetto alla scorsa settimana. Cresce anche l’indecisione, ora al 16,1%
La rilevazione compiuta il 18 e il 19 aprile, prime due giornate di votazioni per l’elezione del Capo dello Stato, risente con tutta evidenza di quanto accaduto in particolare in “casa” democratica, in particolare con la candidatura di Franco Marini alla prima votazione, non condivisa da una parte dell’elettorato PD, e con il materializzarsi di un centinaio di “franchi tiratori” verso la candidatura dell’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi durante la quarta votazione, che ha portato alle dimissioni del segretario Pierluigi Bersani.
Guardando ai dati del sondaggio, a raccoglierne i frutti risultano essere stati il Movimento 5 Stelle, che candidava il giurista Stefano Rodotà, nome gradito ad un fetta di elettorato democratico, nonché il partito di Nichi Vendola, che pure sosteneva la convergenza di tutto il centrosinistra sul candidato proposto dal movimento di Beppe Grillo. Il resto del malcontento democratico sembra invece essersi indirizzato verso l’astensione.
La partita sulla formazione del nuovo Governo, dopo la scelta di rieleggere Giorgio Napolitano per un secondo mandato, sarà ora probabilmente decisivo nel determinare gli umori dell’elettorato nelle prossime settimane.