Il programma dei saggi che il nuovo governo dovrà seguire

Pubblicato il 24 Aprile 2013 alle 14:25 Autore: Redazione

 

Lavoro e condizioni sociali delle famiglie

Alla base di questo capitolo va inserita una particolare osservazione del gruppo: “L’Italia ha visto crescere divari e presenta ritardi inaccettabili su fronti che condizionano non solo la qualità della vita degli abitanti di talune aree, ma anche la loro sicurezza. Inoltre, negli anni l’aumento delle disuguaglianze nelle opportunità ha assunto caratteri che riducono fortemente le potenzialita di intere generazoni o di particolari categorie di cittadini.

[ad]Citando ancora “Solo determinando una netta discontinuità nei comportamenti individuali e collettivi, quindi nei processi decisionali che innervano il sistema sociale ed economico, è possibile mettere l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile, in grado di rispondere alle aspirazioni della società italiana e di evitare all’Italia un ruolo da protagonista nello scenario europeo e mondiale”. Da questo concetto di base si sviluppa il capitolo più corposo del documento con una seria trattazione in merito a un ormai inaccettabile livello di disuguaglianza sia nell’accesso che nell’utilizzo delle risorse disponibili e una disparità intergenerazionale dal punto di vista delle opportunità non più sostenibile.

I temi toccati sono tanti, partendo da considerazioni oggettive, nel 2011 il tasso di occupazione femminile si attesta al 46,5% contro la media europea del 58,5% facendo notare che il divario tra uomini e donne si pone a -22% dato migliore solo rispetto a Malta, mancano strutture in grado di aiutare le giovani madri a conciliare lavoro e famiglia, infatti solo il 18,7% dei bambini hanno accesso a asili nido o altre forme di assistenza per l’infanzia. Inoltre viene messo in risalto come la famiglia, storicamente l’ammortizzatore sociale per eccellenza, non riesce più a far fronte ai problemi derivati dalla crisi con effetti chiaramente deleteri per il benessere.

Cruciale anche il crescente numero di NEET (Not in education employment or traning – giovani che non studiano, non lavorano o non stanno facendo praticantato) chiedendo una maggiore interconnessione tra scuola e azienda proponendo meccanismi di apprendistato universitario e arrivando a determinare metà dei crediti del corso di laurea in attività presso aziende.

Anche in questo caso la soluzione arriva da sgravi fiscali in seno alle famiglie e proponendo, sul tema delle assistenze domiciliari una regolamentazione attraverso l’istituzione di “buoni-servizio” dove lo Stato si limiterebbe a fare da garante sulla qualità del servizio erogato. Inoltre la ristrutturazione dell’indicatore ISEE diventa cruciale per poter controllare e definire in maniera più precisa ed equa i beneficiari dei contributi.

In ultimo viene messa un serio accento sul problema degli esodati per i quali il gruppo auspica un vero e proprio censimento in quanto allo stato attuale non si è ancora in grado di definire l’impatto numerico di questo fenomeno.

Sul lato del lavoro l’auspicio è di un miglioramento delle relazioni industriali estendendo la rappresentatività sindacale anche ad aziende ora scoperte permettendo così al datore di lavoro di avere un referente certo.

 

Potenziamento dell’istruzione e del capitale umano

In prima battuta l’attenzione viene rivolta all’abbandono scolastico da affrontare attraverso politiche di sostegno allo studio e con un maggior livello di digitalizzazione delle scuole e l’introduzione della cultura dei “dati aperti”. L’ipotesi di un protrarsi delle attuali statistiche è angosciante: il futuro potremmo non avere un livello di preparazione minima per accedere anche alle più semplici mansioni, l’attenzione va quindi riposta più sui soggetti vulnerabili cercando di contenere il fenomeno che si sviluppa maggiormente all’interno di un tessuto sociale mediamente svantaggiato. La scuola dovrebbe considerare maggiormente l’ipotesi di estendere al pomeriggio le attività evitando così che gli studenti siano lasciati soli evitando però di replicare le lezioni antimeridiane. Qui si propone di scoporre le classi in gruppi per poter lavorare su piccoli numeri e attraverso la sperimentazione di metodologie didattiche innovative e ciò permetterebbe agli insegnanti di trovare percorsi formativi più attinenti alle singole inclinazioni. L’Italia resta tra gli ultimi paesi in Europa per quanto riguarda le competenze di base: la comprensione dei testi, le competenze logico-matematiche e applicazione del metodo scientifico.

 

Ambiente ed efficienza energetica

L’ambiente sembra poter essere una delle migliori fonti di sviluppo dell’Italia, in termini sia di efficienza energetica con il rafforzamento della conversione a fonti di energia rinnovabile (la bolletta che l’Italia paga è tra le più alte d’Europa), sia con una maggiore valorizzazione dell’agricoltura, riducendo la cementificazione e dando maggiore spazio al settore dell’immobiliare più attento all’efficientamento delle abitazioni, non ultimo il ciclo dei rifiuti, ancora nota dolente dello Stivale con una percentuale imbarazzante di diversificazione nello smaltimento e raccolta.

Nel 2012 in Italia si sono spesi solo 500 milioni per l’efficienza energetica, anche se si è notato che il risparmio sia per il consumatore, quanto per la bolletta nazionale è chiaramente riscontrabile, va quindi mantenuta la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica, contemporaneamente va rafforzata la certificazione dell’efficienza degli edifici esistenti puntando anche a una loro ristrutturazione ove necessario sfruttando la citata detraibilità.

In ultima istanza viene proposto anche una certificazione degli standard raggiunti dagli operatori sul piano del risparmio di energia primaria.

 

Aumento dell’efficienza della amministrazioni pubbliche per fornire migliori servizi alle imprese a ai cittadini

In questo capitolo viene introdotta una connessione con la relazione del Gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali, rimandando alla loro relazione in merito all’organizzazione della giustizia. Oltre a una ormai dovuta informatizzazione, decantata da qualsiasi Governo e mai messa definitivamente a punto, l’attenzione viene formalmente data ai tempi di risposta delle amministrazioni, proponendo una forma di indennizzo che le stesse dovrebbero pagare in caso di ritardo. Sul lato finanziario si propone una forte sferzata verso il federalismo fiscale attraverso il meccanismo dei costi fabbisogni standard in un ottica di contemporaneo miglioramento dei meccanismi della spending review e istituzione di un fondo per le amministrazioni più virtuose, per certi versi una fattispecie di tale idea è stata attuata in sede di pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni.

(Per continuare la lettura cliccate su “4”)

L'autore: Redazione

Redazione del Termometro Politico. Questo profilo contiene articoli "corali", scritti dalla nostra redazione, oppure prodotti da giornalisti ed esperti ospiti sulle pagine del Termometro.
Tutti gli articoli di Redazione →