Sondaggio Emg torna a crescere il PD frena il M5S

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Il tradizionale sondaggio del lunedì diffuso dal Tg La7 e realizzato da Emg mostra alcune variazioni significative rispetto alla scorsa settimana, quando le intenzioni di voto erano apparse particolarmente condizionate da quanto accaduto durante le votazioni per l’elezione del Capo dello Stato.

[ad]La nuova rilevazione avviene, invece, due giorni dopo l’affidamento dell’incarico di formare un nuovo governo al vice segretario PD Enrico Letta.

Nel sondaggio del 26 aprile la coalizione di centrodestra risulta sempre in testa con il 34,1%, ma il centrosinistra recupera terreno, crescendo del 2,7% in una settimana e attestandosi al 29,1%.

Fra i partiti dell’alleanza guidata da Silvio Berlusconi, il PDL è l’unico a perdere consensi passando dal 27,1% al 26%, mentre gli altri partiti della coalizione (Lega Nord, Fratelli d’Italia e La Destra) guadagnano qualche decimale di punto.

Sempre secondo l’istituto di Masia, nel centrosinistra il Partito Democratico torna a crescere, essendo accreditato del 22,7% (+2,4% rispetto al 18-19 aprile), mentre pressoché stabile è SEL. Infine, viene rilevato per la prima volta dopo le elezioni il dato riferito al PSI di Nencini, il quale ha eletto la propria rappresentanza parlamentare nelle liste del PD ed ora viene attribuito lo 0,7%.

Risulta di particolare interesse la variazione, rispetto alla scorsa settimana, del consenso del Movimento 5 Stelle: la forza politica guidata da Beppe Grillo subisce, infatti, una significativa flessione, arretrando di tre punti percentuali ed attestandosi ora al 26,1%.

In leggerissimo rialzo, invece, la coalizione che si riunisce attorno all’ex Presidente del Consiglio Mario Monti, il cui valore resta comunque piuttosto basso (6,6%). Infine, nessuna delle altre formazioni rilevate supera l’1%.

Da evidenziare ancora come appaia in crescita il “partito” dell’astensione, giunto ora al 34,5%: un segnale in questo senso è giunto anche dalle ultime elezioni regionali svoltesi in Friuli Venezia Giulia, dove il dato dell’affluenza si è rivelato particolamente basso e circa la metà degli elettori al voto non si è recata alle urne.