È cominciata ieri l’avventura di Debora Serracchiani alla guida del Friuli Venezia Giulia. L’ex europarlamentare, infatti, si è ufficialmente insediata lunedì mattina nella sede della Regione, in piazza Unità d’Italia a Trieste.
[ad]E da subito ha deciso di prendere di petto le numerose urgenze che incombono: gli ammortizzatori sociali, la situazione delle imprese, il patto di stabilità, l’accordo Tondo-Tremonti, la Ferriera di Servola, i rapporti con il Governo. Impegni affrontati e discussi già nella prima giornata di incontri istituzionali con i sindaci di Trieste, Roberto Cosolini, e di Pordenone, Claudio Pedrotti, con il prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi e con la viceprefetto vicario di Pordenone Alessandra Vinciguerra.
La neo-presidente, inoltre, sta anche definendo la giunta regionale che dovrebbe essere pronta entro venerdì, mentre ieri si sono riunite le segreterie provinciali del Partito democratico e oggi i quattro leader provinciali faranno sintesi per consegnare a Serracchiani la rosa di nomi da lei richiesta.
E proprio la questione giunta potrebbe rivelarsi un puzzle di difficile composizione, visto che il Fvg è sì regione piccola ma fortemente gelosa delle almeno tre identità territoriali. C’è il Friuli che fa riferimento a Udine, la Venezia che fa riferimento a Pordenone, e la Giulia che rappresenta Trieste e Gorizia.
Domenica, all’incontro con gli eletti del Partito Democratico, Serracchiani (originaria di Roma) ha ripetuto di essere poco interessata alla questioni di campanile e molto alle competenze di chi formerà la sua squadra. Ha ribadito l’opportunità che i consiglieri eletti, eventualmente nominati in giunta, si dimettano dall’Assemblea perché i numeri tra maggioranza e opposizione sono risicati.
E poi il governatore ha anche indicato l’udinese Franco Iacop come possibile presidente del Consiglio regionale, ipotesi che capovolgerebbe per la prima volta l’equilibrio tra territori, visto che Serracchiani è di Udine e Bolzonello (ex sindaco di Pordenone e papabile vicepresidente) è, appunto, di Pordenone. Abbastanza perché i democratici triestini storcano il naso, e decidano di puntare alla nomina di almeno due assessori di peso, tra cui quello al Bilancio e quello al Lavoro. Non è tramontata nemmeno l’ipotesi di un ruolo per Francesco Peroni, rettore in scadenza dell’Università di Trieste.
Sullo sfondo vi è poi il ballottaggio per le comunali di Udine, altro test importante per la politica regionale e che potrebbe anche avere dei riverberi sulla composizione della giunta Serracchiani. Al primo turno il sindaco uscente PD Furio Honsell (ex rettore dell’Università del Friuli) si è fermato al 46%, contro il 37% dello sfidante del PDL Adriano Ioan. La sfida è più che mai aperta.
Alessandro Genovesi